Io, lettore – Il dilemma

Prima parte: Io, lettore – Le origini
Seconda parte: Io, lettore – Tempi moderni
Terza parte: Io, lettore – Un ritratto

Ebook o non ebook. Questo è il dilemma. Prima del 2018 ero un sostenitore del cartaceo. Non vedevo un motivo valido per passare all’ebook e quindi comprare un e-reader. Non sono mai stato quel tipo di lettore che giustifica la sua passione per il cartaceo affermando cose del tipo: adoro l’odore della carta e il peso di essa tra le mani, il fruscio delle pagine e le coste allineate e ordinate sul ripiano della libreria. A me interessa più il contenuto del libro che l’oggetto libro in sé. Semplicemente il digitale non ritenevo fosse più vantaggioso della carta. Anzi quest’ultima non si scarica ed è sempre a disposizione. Posso vendere un libro cartaceo e guadagnarci qualcosa o prestarlo più facilmente. Chi è un vero lettore di libri cartacei però sa che ad un certo punto si presenta un problema: lo spazio. Si esaurisce velocemente e si è costretti a fare delle scelte. Quali libri tenere, quali spostare altrove e quali posizionare orizzontalmente nello spazio tra i libri in verticale e il ripiano superiore (soluzione fastidiosa ma inevitabile). Capita poi che alcuni libri siano anche piuttosto ingombranti, non solo occupano spazio nella già affollata libreria ma sono anche scomodi se viaggiamo in loro compagnia. Quest’ultimo aspetto mi ha convinto a provare a passare all’ebook.

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Io, lettore – Un ritratto

Prima parte: Io, lettore – Le origini
Seconda parte: Io, lettore – Tempi moderni

Se mi guardo indietro, come ho fatto in queste pagine, posso notare che le mie scelte in fatto di libri sono state sostanzialmente molto libere. Non ho mai avuto particolari condizionamenti una volta giunto ai tanto desiderati libri “per adulti”. Ho sempre vagato libero, assecondando i desideri del momento e mi sono spesso chiesto cosa cercassi in un libro. Credo sia più facile provare a spiegarlo partendo da ciò che non leggo, non ho letto, né leggerò mai.

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Io, lettore – Tempi moderni

Prima parte: Io, lettore – Le origini

I classici che volevo assolutamente leggere si esaurirono velocemente anche se in tempi più o meno recenti ho continuato a leggerne altri, come Moby Dick di Hermann Melville e Il Processo di Franz Kafka. A questi ci aggiungerei anche Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien che sarà importante per me in tempi più recenti. Ma il filone horror non poteva chiudersi con i classici e iniziai ad avvicinarmi al nome di Howard Phillips Lovecraft, con una breve raccolta di racconti. Mi accorsi di essermi addentrato in un mondo oscuro fatto di terribili mostri dalle origini antiche e misteriose. Il solitario di Providence, devo ammetterlo, non mi hai mai appassionato quanto Poe. Il suo modo di scrivere sempre tra sogno e realtà, i lunghi monologhi e le infinite descrizioni oniriche non sempre agevolano la lettura. Dovevo cercare qualcosa d’altro, qualcosa di più moderno e contemporaneo.

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Io, lettore – Le origini

L’Italia, almeno secondo l’Istat, non è un paese di grandi lettori. Sembrerebbe che meno del 40% della popolazione legga libri. Meno della metà di loro arriva a 3 libri all’anno, un po’ pochini per definire una persona “un lettore” ma accontentiamoci. Chi legge almeno un libro al mese rappresenta poco più del 16% di queste strane creature che provano piacere ed un perverso bisogno di dedicarsi a questa attività. Io faccio parte di questo ristretto gruppo di italiani. Un giorno però ho alzato gli occhi dal libro che stavo leggendo e ho pensato: ma come sono diventato un lettore? Quali sfide ho affrontato, quali mondi ho attraversato, quante vite ho vissuto? Perché lo faccio? Che senso ha abbassare lo sguardo per l’ennesima volta su quel muro di parole e lettere, da solo, pagina dopo pagina, ore dopo ore? Ho deciso così di provare a capire, passo per passo, che lettore sono e come lo sono diventato e di metterlo per iscritto. Ne è venuto fuori un lungo post che ho deciso, per chiarezza, di dividere in più parti e pubblicarle separatamente.

Non ricordo quale sia stato il primo libro che ho letto, è più facile ricordarsi quale sia stato il primo libro “per adulti” affrontato in tenera età. Attualmente nella mia libreria fanno ancora capolino alcuni volumi del Battello a Vapore, ottimi per cominciare ma troppo fanciulleschi perfino per i miei gusti di allora. Ho di gran lunga preferito Roald Dahl ma soprattutto R.L. Stine e i suoi Piccoli Brividi. Ed a questo punto che capii cosa volevo leggere. Non mi interessavano le storie di bambini alle prese con formative avventure con gli amici. No, volevo sfidare le mie paure, esplorare l’ignoto. Non volevo leggere libri per bambini.

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