Down by the Riverside

Dedico questo post ad una canzone, Riverside. Piccolo gioiello plasmato dalle mani di Agnes Obel che corrono veloci lungo i tasto del suo pianoforte. Come un fiume, l’estate scorre e ci tragetta verso Agosto che per qualche oscuro motivo rappresenta il punto più alto della parabola estiva ma che ne segna la sua inevitabile morte. Sinceramente non ho mai amato l’estate. Mi ha sempre fatto riaffrorare nostalgici ricordi che balzano alle spalle direttamente dal passato. Qualche giorno fa ascoltando Riverside ho pensato: come è bella questa canzone… perfetta… come si fa a creare una poesia come questa? A dire il vero non l’ho pensato, l’ho provato. Un flash, un istante nel quale ti sale dal cuore una strana sensazione. Riverside sembrava conoscermi, era fatta per me. Sono un po’ geloso di lei, non voglio condividerla con nessuno, non voglio sapere cosa pensano gli altri di questa perla di Agnes Obel. Non voglio sapere cosa rappresenta per lei che l’ha scritta ma so solo quello che rappresenta per me.

Ci sono dei momenti particolari in cui delle canzoni si incollano irrimediabilmente ad un ricordo. Non puoi decidere quale e quando succederà ma puoi solo aspettare che succeda. Riverside  l’ho sentita per la prima volta lo scorso autunno ma solo quest’estate si è incollata. Forse è la prima e l’ultima volta che Agnes darà alla luce una canzone tale ma ne farà altrettante che si incollerano in momenti diversi e staranno sempre lì come una fotografia che con il tempo sbiadisce. Una fotografia che avremo per sempre nel portafoglio.

Agnes sta facendo scorrere le sue dita lungo il pianoforte, di nuovo. Nuove combinazioni di note, nuove melodie che forse se ne stanno tutte attorno a noi come antichi spiriti ed è necessario un dono per saperle catturare. I suoi occhi azzurri stanno scrutando l’aria per trovarle, la trappola del pianoforte è pronta a catturarle. Non disturbatela. Quando sarà il momento le condividerà con noi. Noi che siamo privi di quel dono che ci permette di vedere la musica.

Agnes Obel
Agnes Obel

Ho spento la radio

In queste ultime settimane ho ascoltato due album, Hello Hum e Life In A Beautiful Light. Il primo fa parte del circuito indie e quindi sentire il singolo estratto alla radio sarebbe un mezzo miracolo. Il secondo invece mi lascia perplesso. Possibile che in Italia si siano perse le tracce di Amy MacDonald? Pare invece che per il Bel Paese sia stato scelto il secondo singolo, ovvero Pride e che sia già nell’etere. Personalmente non ho ancora avuto il piacere di sentirlo alla radio. Ma perchè ritardare l’uscita del singolo? Non è dato sapere a noi consumatori finali di prodotti musicali. Anche la scelta del singolo è piuttosto strana, perchè riservare all’Italia una canzone patriottica? Patriottica per Amy che è scozzese. Slow It Down non andava bene? Era poco radiofonica? Le “soavi” voci di Emma e della Amoroso che recitano testi sgrammaticati e simil-impegnati sono radiofoniche. Non ho dimenticato il punto interrogativo. Si tratta di un dato di fatto. Se volete metterci il punto di domanda, fatelo ma si tratterà pur sempre di una domanda retorica.

Amy MacDonald
Amy MacDonald

In fin dei conti non mi interessa molto, fintanto che posso ascoltare la musica che mi piace ma è un peccato non poter condividerla con altri, con la massa. Forse sono io che ascolto musica lontana dal cosiddetto “mainstream” per distinguermi dalla massa? Ma perchè farlo? C’è davvero buona musica lontano dall’etere? Personalmente credo di sì ma ogni tanto concerdersi qualche incursione nel mondo commerciale non è grave. Amy MacDonald era un fenomeno radiofonico ma poi è stata dimenticata soprattutto in Italia al contrario di Svizzera e Germania. Sì bhe, Svizzera e Germania, direte voi. Due nazioni che non pullulano certo di celebrità indigene e che stravedono per tutto ciò che viene da fuori. Ma non solo dagli USA a quanto sembra. Noi italiani andiamo pazzi per tutto quello che ci rifila lo Zio Sam anche per le peggio cose e un po’ di roba è anche farina del nostro sacco. Recentemente ascolto volentieri anche Florence + The Machine che ha avuto in passato una gloria radiofonica non da poco.

Florence Welch
Florence Welch

A proposito Florence Welch ha avuto seri problemi alla voce e forse sarà necessaria un’operazione. Le auguro di guarire completamente perchè abbiamo bisogno di voci come la sua. Tornando alle radio non si può non citare i mitici R.E.M. che raramente si possono ancora sentire. Ascoltare la radio (in macchina, perchè ormai la si ascolta solo mentre si guida) è diventato come guardare la televisione. Tutti che parlano inutilmente, anche di più della TV dato che non ci sono immagini inutili a coprire le pause, e quando non parlano c’è la pubblicità. Che è poi un gran parlare anche quello. La musica? Vale quanto uno stacchetto delle veline. La spengo, sento il rumore della strada, del motore, del vento e mi sento già meglio.

Qualche novità dai bassifondi? Certo, il sottobosco pullula di creature interessanti e piene di vita. A partire dai quegli Editors orfani del chitarrista che viaggiano verso il quarto album. Al recente Rock Werchter Festival hanno cantato qualche nuova canzone tra cui alcune rimaneggiate dopo l’addio di Chris. Un ritorno al sound delle origini (come succede sempre dopo un album “sperimentale”) ma dai toni un po’ più dark. Su YouTube si può ascoltare il concerto per intero. Forse qualche anticipazione dell’artwork del nuovo album arriva dal poster del concerto di Birmingham, con disegni in stile messicano. Una croce al posto della T nel nome, ossa varie e la Madonna di Guadalupe. Mi ricorda tanto Grim Fandango. Altre novità in vista per la danese Agnes Obel che pare abbia iniziato ad aprile le registrazioni del nuovo album a Berlino. Non si sa ancora quando uscirà ma molto verosimilmente sarà per il 2013. Detto questo nelle prossime settimane potrebbero arrivare due recensioni dai bassifondi nuove di zecca.

Stay tuned…