Giovane fuoco, vecchia fiamma, ep. 4

Questa è una di quelle volte in cui non so come iniziare un post. Di solito arriva per caso, al momento giusto o quasi, ma questa volta non è arrivata un’idea abbastanza decente da meritarsi di essere messa per iscritto. E allora perché non scrivere proprio di questa assenza di idee? In realtà una mezza idea mi era anche venuta ma non mi aveva convinto molto, perciò per ora la lascio in un cassetto, magari torna utile la prossima volta. Bene, nonostante oggi sia in debito di fantasia e l’unica soluzione e scrivere di questo, la mia introduzione al post in qualche modo l’ho fatta. Il resto del post, con i consueti consigli musicali è qui sotto. La prossima volta mi impegnerò di più…

Tra le novità di queste ultime settimane spiccano diversi album piuttosto interessanti a partire da Tigers Blood di Waxahatchee, alias della cantautrice americana Katie Crutchfield. Un ritorno che conferma le sonorità indie rock dalle influenze southern rock e americana, oltre alle sue abilità di scrittura. Tra ballate, come 365 o la splendida Right Back On It, e cavalcate rock, Crowbar (che ricorda i R.E.M. di inizio anni ’90) e Bored, questo album ci regala tre quarti d’ora di ottima musica e ci fa venire voglia di ascoltarlo ancora una volta e un’altra ancora.
Da Sierra Ferrell ci si aspettava un’ulteriore prova di talento e personalità e il nuovo Trail Of Flowers è questo e molto di più. Il quarto album della cantautrice americana, seguito dell’acclamato Long Time Coming, riprende qualche sua canzone pubblicata in precedenza, come Rosemary e I’ll Come Off the Mountain, aggiungendoci una riuscitissima cover di Chittlin’ Cookin’ Time In Cheatham County, il tutto arricchito da nuove canzoni, tra le altre la trascinante Fox Hunt e la ballata Wish You Well. Ma sono tante le belle canzoni di questo album che definire country è riduttivo nei confronti delle capacità di quest’artista dalla voce unica e dalla personalità stravagante. Un passo in avanti che consolida il nome della Ferrell nel panorama della musica country e non solo.
Un altro ritorno è quello delle sorelle Staveley-Taylor, conosciute come The Staves che si presentano questa volta come un duo, dopo l’abbandono di Emily. Il nuovo All Now è per certi versi sorprendente, perché riesce ad uscire un po’ dal solco indie folk, confortevole e senza particolari guizzi, dell’ultimo Good Woman. Le due sorelle si lanciano con coraggio verso qualcosa di più indie rock, come After School o I Great Wave, senza dimenticare le sonorità degli esordi che si posso ancora sentire in Recognise o in I’ll Never Leave You Alone. Sarò sincero: questo album mi piace più del precedente, lo trovo più vario e vitale, in linea con l’ottimo If I Was, uscito ormai dieci anni fa.
Qui sotto una playlist da ascoltare con un paio di canzoni per ogni artista citato qui sopra. Buon ascolto.

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