Tra le sorprese di quest’anno c’è sicuramente da inserire questa cantautrice americana. Lael Neale ha fatto il suo esordio lo scorso Luglio con l’album I’ll Be Your Man che dopo solo un ascolto, anche piuttosto distratto, mi ha incantato per le sue atmosfere affascinanti e rilassate. Mi capita sempre più spesso di buttarmi su un album senza pensarci troppo e questa volta è stata un’ottima idea. Lael Neale si muove tra le varie derivazioni del folk, dall’alternative al pop, arrivando inevitabilmente fino al folk dal sapore USA. Ascoltare questo album in solitudine e al buio è il miglior modo per entrare in sintonia con la musica di quest’artista e con quel suo modo di cantare un po’ svogliato. I’ll Be Your Man si è rivelato essere un album, in tutto e per tutto, perfetto per un’estate oziosa ma non solo. Anche qualcosa di più.
Non ci poteva essee inizio migliore di White Daisy, Lace Gloves. Subito la voce della Neale ci cattura e ci incanta, appare quasi sfuggente ma capace di creare immagini molto vivide. Il gusto è quello del folk americano reso ancor più affascinante dalla voce della sua interprete e autrice, “I learned to write / and how to dress myself up nice / I learned big words / to prove that I was right“. Pale Light Of The Sun sa di estate, di dolce far niente con un retrogusto malinconico. Questa volta la voce della Neale è avvolgente e calda, sempre incantevole e distratta sostenuta da un pop folk accattivante, “In the pale light of the sun / Through all the dust/ Chained as I must / To being free / Can’t you see me / I’m crying“. La successiva Cinnamon & Dust è una delle più belle dell’album. Affascinante e fumosa, cucita su misura sulla voce di Lael Neale, particolare e ricca di sfumature che sanno tanto di America. Una canzone che evoca immagini nitide ed emozionanti, “I wore the red dress that you love / you said it smells of / cinnamon and dust / cinnamon and dust / cinnamon and dust / call me what you want / I’m too far gone“. Indian Summer appare più personale delle altre. La voce della Neale si fa più fragile e intima, come ci stesse rivelando un segreto. I ritmi sono sempre rilassati come nelle canzoni precedenti e crescono in un turbinio di musica e voci, “I was loved / loved by a creep / he couldn’t keep / his eyes on me / he left my hands / colder than snow / so I will go where the sun / spins my clothes“. Segue la bella Dead Bird triste e malinconica. La voce è ancora più distante ed eterea, ci culla con melodie delicate. Impossibile non rimanerne incantati, “Toss me aside / like broken glass / or a cellophane wrapper / around a cigarette pack / how lonely I feel / and it’s too late / it’s a sad fate / black as a funeral line“. I’ll Be Your Man In The Morining è un breve intermezzo che spezza in due l’album. Fa il suo dovere, “I’ll be your man in the morning / ‘til the end / If you were drowning I’d wade into your bed“. La successiva To Be Sad è un ballata che si poggia sulla voce incerta della Neale. Un pezzo notturno, ondeggiante perfetto per una serata estiva, “Then you asked me what / do i have to be sad for / I know that it’s not right / ‘cause i live like a king now“. L’album si accende con il rock di Born In The Summer. Chiara fin dal titolo la matrice springsteeniana della canzone. Lael Neale ci sa fare anche con qualcosa di più rock e dimostra tutto il suo talento, “Made it through the winter / made it through my teens / I had a sadness called aging / I had a sadness to be free“. Black & White è l’ennesima riprova che quest’artista sa trasmettere quello che ha dentro in modo straordinario. Si entra in sintonia con il suo stato d’animo in un batter d’occhio e non è cosa da tutti. Brava, semplicemente brava, “I used to live life in color / until I drowned in the blue / erase the red lines of failure / from my last tattoo / Goodbye, I’ve gone / back to black and white / too far from heaven / to live in the light“. Non sbaglia un colpo nemmeno con Still Life. Canzone semplice, con una bella melodia creata dalla sola voce, sempre dolce e malinconica. Non è una tristezza deprimente ma è piuttosto una tristezza sensuale e consolatoria, “She makes your bed in the morning / I’m the painting on the wall / smiles at me sadly / because I’m not even on your mind“. Vorrei poter scrivere di una canzone poco riuscita, poco ispirata ma non posso. Because It’s Broken è straordinaria. C’è poco da aggiungere, se non un consiglio: ascoltatela, “I live like an angel / but Im so depressed / you look like an angel / but I’m just like the rest / I want to break away / cause i’m so tired of living alone / I’m so tired of being in love with my sadness“. Chiude Sleep To Remember, un sogno perduto. Questa canzone conferma le mie sensazioni. Questo è un album da ascoltare al buio, magari anche un po’ assonnati, “There was a museum / all the floors were closed / we climbed to the roof / laid by a dead moon / over a dying earth / what are we worth?“.
I’ll Be Your Man è un di quegli album che vorresti far ascoltare a tutti ma vorresti anche tenere solo per te, per non rovinare la magia che trasmette. Un esordio eccezionale, secondo il mio punto di vista, nascosto tra tanti altri. Non ho trovato canzoni messe lì a fare numero ma solo brani sempre ottimi e ispirati. Lael Neale ha dichiarato che “è come se qualcun’altro scrivesse per lei” a sottolineare come le sue canzoni nascano naturalmente, trascinate dall’ispirazione. Si sente, eccome se si sente. Tutto l’album è perscorso da un senso di calma e malinconia ma allo stesso tempo è sensuale e vivido. Questa giovane cantautrice è in grado di tirare fuori in modo chiaro le proprie sensazioni e trasmetterle all’ascoltatore nell’immediatezza dei primi ascolti. Ero davvero indeciso su quale canzone postare qui sotto e così ho deciso di metterle tutte. L’invito è di ascoltarlo per intero. Lael Neale è un nome da segnare tra quelli da tenere d’occhio in futuro.