Mi ritorni in mente, ep. 7

In principio erano i Kary. Prima dei Wintersleep, Paul Murphy, Tim D’eon e Loel Campbell suonavano sotto il nome di Kary. Questo gruppo è ormai definitivamente sciolto e la sua eredità è passata ai Wintersleep. Quest’ultimo possiede ancora, in parte, le caratteristiche del prog-rock dei Kary. Personalmente non è il mio genere ma alcune canzoni, soprattutto quelle musicalmente più vicine all’era Wintersleep, ogni tanto mi tornano in mente. In particolare questa Body Without Organs.

Ho scoperto i Kary dopo che un fan del gruppo canadese aveva postato il video in questione, ricordando quanto di buono avessero fatto i Wintersleep prima di essere tali. I Kary hanno realizzato tre album Letters From a Gentleman del 2000, The Sound of Beauty Breathing del 2001 e Light del 2004. Le due band arrivano a sovrapporsi con l’uscita dell’album d’esordio dei Wintersleep nel 2003 ma Light sarà destinato a non avere un seguito. Mai dire mai, dopotutto i membri della band canadese si dividono spesso per portare avanti progetti indipendenti, chissà se un giorno non gli torna la voglia di rimettere in piedi i Kary. Body Without Organs resta la canzone che preferisco di questo gruppo e non è poi così diversa da alcuni brani composti dai Wintersleep negli anni successivi.

A proposito di Wintersleep. Pare che i ragazzi stiano già pensando a nuove canzoni e sottolineo “pensando”…

I have built a machine
from the scraps of my body.
Built it strong. Built it mean.
Built to last for centuries.
I grew tired. I grew weak.

Triplo salto mortale

Tre nuovi singoli. Questo agosto è davvero ricco di musica e di novità. Cominciamo dal nuovo singolo di Anna Calvi estratto dall’album di prossima uscita One Breath. La canzone s’intitola Eliza e mantiene intatte tutte le caratteristiche che hanno reso famosa la cantautrice inglese. A mio parere come singolo è un po’ debole e richiama troppo le sonorità dell’album d’esordio. Come al solito bisogna ricordare che il singolo deve fare buona pubblicità all’album e quindi meno è distante dall’idea di Anna Calvi che abbiamo, meglio è. Naturalmente è lecito aspettarsi qualcosa di più dalla Calvi e sono sicuro che non ci deluderà. Intanto mi ascolto più attentamente questa Eliza in attesa di qualcosa di più affascinante che metta in risalto la voce e la chitarra della Calvi più di quanto riesca a fare questo singolo.

Novità in arrivo anche per Lily & Madeleine. Dopo l’apprezzato The Weight Of The Globe, le due sorelline sono pronte a fare il loro esordio con il self-titled album come da prassi. Ad aprire le danze è il singolo Devil We Know che conferma le buone intenzioni di Lily e Madeleine. L’album sarà pubblicato il 29 ottobre e curiosamente non contiene nessuna traccia pubblicata nel precedente EP. Significa forse che le due ragazze hanno ispirazione da vendere? Staremo a sentire. Sono molto curioso…

Ma il singolo più atteso, per quanto mi riguarda, è sicurmente quello estratto da Aventine, la nuova creatura di Agnes Obel. Il singolo come anticipato s’intitola The Curse ed è… bellissimo! Più archi, atmosfere ancora più oscure e malinconiche del precedente. Questa è la Agnes Obel che voglio ascoltare. Questa musica è quella che vorrei ascoltare di più. Cosa dire? Questa The Curse basta da sola.

Orizzonti

La musica non è chiusa per ferie. Infatti queste ultime settimane sono state ricche di anticipazioni riguardo alle novità musicali di questo autunno. Nella prossima stagione infatti ci saranno parecchie nuove uscite, alcune largamente anticipate altre delle vere e proprie sorprese e anche qualche esoridio. Tutto come sempre quindi, solo che quest’anno il caso vuole che parecchie uscite che mi interessano particolarmente siano concentrate nel periodo tra settembre e ottobre.

Cominciando da Agnes Obel che ha finalmente rivelato la copertina del nuovo album Aventine, rivelazione anticipata da quattro assaggi dei nuovi brani. Sono anticipazioni troppo belle per essere vere ma troppo corte per soddisfare l’appetito. A me e a moltissimi altri fan questi “scorci” fanno più male che bene. La data di uscita del secondo lavoro della cantautrice danese è fissata al 30 settembre e l’uscita del singolo The Curse non dovrebbe tardare ad arrivare. Questo qui sotto è il “glimpse” numero 3, il mio preferito ma è davvero difficile scegliere.

Il 9 settembre, prima di Agnes Obel, uscirà il disco d’esordio del trio inglese London Grammar. Scoperti di recente, come non ho mancato di riportare su questo blog, i London Grammar sono alla prova del nove. Il titolo dell album sarà If You Wait e conterrà le già conosciute Hey Now, Wasting My Young Years e Metal & Dust che insieme al resto della tracklist più bonus track eccetera arriverà a contare 17 brani. Non male per un esordio! Sono proprio curioso di alscoltare queste giovani promesse del pop rock inglese. Questo è il singolo Strong.

Anna Calvi, invece mi ha colto alla sprovvista. Sapevo bene che stesse registrando il nuovo album ma non avrei mai pensato uscisse così presto. Anche Anna Calvi è pronta con il suo secondo lavoro intitolato One Breath e uscirà il 7 ottobre. Per ora c’è solo un trailer di un minuto che ne anticipa le atmosfere. Anna Calvi sembra essere tornata con tutta la sua forza ancora intatatta e dopo l’acclamato album omonimo la pressione è tutta su di lei. Sono sicuro che la Calvi non ci deluderà. Ascoltare per credere.

C’è dell’altro? Sì c’è ancora qualcosa. In realtà questo singolo intitolato Wings mi ha fatto ritornare alla mente una giovanissima cantautrice, ovvero Birdy. Non avevo mai ascoltato nulla di suo e forse è giunto il momento di farlo. Devo correre ai ripari e ascoltarmi il suo album d’esordio e poi fiondarmi del prossimo Fire Within anticipato da questo singolo. Ho letto e sentito parlare molto bene di Birdy, perchè dunque non concedergli un ascolto?

Ok, credo di aver finito. Almeno per ora. Nell’attesa mi sto ascoltando Rockferry di Duffy e devo ammettere che è un album molto piacevole. Dato che l’estate e le ferie concedono qualche momento di tempo libero in più, sto anche ascoltando Good Music dei gallesi Colorama. Si stanno rivelando molto interessanti anche loro. Quando sarà il momento scriverò quali saranno le mie impressioni su questi due album prima di tuffarmi nel mare delle nuove uscite che si vedono in lontananza.

Il ritorno di Welch la Rossa e la sua macchina

“Dog days are over”, cantava Florence Welch anche se quei giorni di canicola non sono ancora del tutto finiti. Più di un anno fa, sempre con la canicola, ho ascoltato e apprezzato l’album d’esordio del gruppo inglese Florence + The Machine capitanato dalla rossa Florence Welch. Lungs è stato un album del quale ho ammirato la varietà delle canzoni e la splendida e potente voce della sua interprete e mi ero ripromesso, sull’onda del successo che aveva riscosso nelle mie orecchie, di attendere prima di passare al successivo Ceremonials. Ho rimandato più volte il momento del primo ascolto tanto quasi da dimenticarmene. Ceremonials era diventato “l’album che ascolterò più avanti” per antonomasia. Siccome non mi piace ascoltare più album per la prima volta contemporaneamente, solo per rendere il momento più unico possibile, altri titoli si sono accumulati in lista d’attesa. Ultimamente questa lista si riempiva più lentamente e ho cominciato a guardarmi indietro. Florence + The Machine aspettavano il loro turno da parecchio tempo ormai. Era giunto il momento di togliere il velo su Ceremonials.

Florence Welch
Florence Welch

Only If For A Night apre l’album e detta le basi per il nuovo corso della band che ha sentir bene non è poi tanto distante dall’acclamato Lungs, And I had a dream / About my old school / And she was there all pink and gold / And glittery / I threw my arms around her legs“. Tutte le caratteristiche dei maestosi brani dei Florence + The Machine sono presenti in questa canzone e le restanti non fanno eccezione. Le precedenti atmosfere più indie-rock e spensierate hanno lasciato il posto a sonorità teatrali, in grado di dominare il palcoscenico, garantendo alla Welch il ruolo di protagonista. Nel singolo di punta Shake It Out la voce vibrante della cantante fa venire i brividi, anche grazie alle atmosfere oscure ed eleganti e si candida per essere una delle migliori canzoni di questo album, “And every demon wants his pound of flesh / But I like to keep some things to myself / I like to keep my issues strong / It’s always darkest before the dawn“. Fu What The Water Gave Me ascoltata dal vivo in versione acustica a farmi appassionare alla musica dei Florence + The Machine e la versione di studio non è da meno. Florence Welch da ancora una volta il meglio di sè soprattutto con l’interpretazione, “Lay me down / Let the only sound / Be the overflow / Pockets full of stones“. La successiva Never Let Me Go è uno dei brani più pop, piacevole ma nulla di particolarmente originale, “And it’s breaking over me, / A thousand miles down to the sea bed, / I found the place to rest my head “. Breaking Down ci riporta alle atmosfere del precedente album con qualcosa di più spensierato ma allo stesso tempo oscuro, con un inedita Welch che canta quasi sussurrando, “I can see it coming from the edge of the room / Creeping in the streetlight / Holding my hand in the pale gloom / Can you see it coming now?“. Con Lover to Lover si ritorna ai Florence + The Machine classici con i virtuosisimi della rossa leader, “There’s no salvation for me now, / No space among the clouds, / And I’ve seen that I’m heading down, / But that’s alright“. No Light, No Light appare come un’eredità di Lungs, un’altra bella canzone da aggiungere alla classifica con un ritornello ben riuscito e trascinante, “No light, no light in your bright blue eyes / I never knew daylight could be so violent / A revelation in the light of day “. Anche Seven Devils si può aggiungere senza dubbio tra le migliori canzoni dell’album nonchè la più dark con una musica perfetta per un film horror, “Seven devils all around you! / Seven devils in my house! / See they were there when I woke up this morning / I’ll be dead before the day is done“. Un po’ più rock ma nemmeno tanto la successiva Heartlines che non prensenta nulla di nuovo di quanto già sentito, “Just keep following! / The heartlines on your head! / Just keep following! / The heartlines on your head! / Keep it up! “. Spectrum non è da meno e rappresenta anch’essa la voglia di realizzare brani trascinanti e maestosi, “Say my name, / And every color illuminates, / We are shining, / And we’ll never be afraid again“. Con All This and Heaven Too si placano gli animi e Flornce si presenta meno oscura e più luminosa, “It talks and tongues and quiet sighs and prayers and proclamations, / In the grand days of great men and the smallest of gestures, / In short shallow gasps!“. Leave My Body è la perfetta sintesi di Ceremonials ed è perfetta per chiudere il cerchio, “I don’t need a husband, don’t need no wife / And I don’t need the day, I don’t need the night / And I don’t need the birds, let them fly away / And I don’t want the crowds, they never seem to stay“.

I Florence + The Machine si confermano come uno dei gruppi più originali degli ultimi anni e Florence Welch è ormai una star inimitabile. La band ha voluto percorrere la strada tracciata precedentemente da canzoni come Cosmic Love o Drumming Song ovvero canzoni maestose per il pubblico di stadi e festival. C’è anche un pizzico di dark in più in questo secondo lavoro, caratteristica, che sommata alla precedente, rende più omogenea l’intera opera. Mentre Lungs spaziava dall’indie-rock al punk, dal gospel al soul fino al pop, Ceremonials ha poche variazioni e ciò rende l’album un po’ piatto soprattutto al primo ascolto. Una recensione di qualche tempo fa chiudeva con la frase “è partendo da dischi del genere che poi arrivano i veri capolavori” e speriamo sia vero. Sicuramente Ceremonials è un album che divide. L’ascoltatore stesso può vederlo in due modi. Anche io inizialmente l’avevo trovato un po’ troppo barocco ma ascolto dopo ascolto si è rivelato un album che rappreasenta una conferma della generosità del gruppo e della sua leader Florence Welch.