Cinque colpi delle dita, ep. 10

Dopo una breve pausa riprendo a scrivere su questo blog. E lo faccio riprendendo una rubrica che giace in attesa da un anno. Qui di seguito qualche breve consiglio cinematografico sui film che ho visto negli ultimi dodici mesi.

Richard Jewell – Una storia vera di un responsabile della sicurezza che sventa un attentato, scoprendo una bomba in uno zaino. Qualcosa non torna però e lui stesso viene accusato di aver piazzato l’esplosivo. Eastwood espone i fatti e lascia aperta la questione con maestria. Un ottimo film che ha dell’incredibile. Voto 8
Il ritorno dell’eroe – Commedia degli equivoci belga/francese in costume. Questo genere di film mi piace e il cast è ottimo, anche troppo. Perfetto per farsi due risate senza pensieri. Voto 7
Il silenzio degli innocenti – Classicone che non avevo mai visto. Che dire, non mi ha impressionato come avrebbe dovuto. Ammetto che all’epoca dovesse essere stato qualcosa di eccezionale ma oggi risulta un po’ prevedibile e, francamente, anche un po’ improbabile, soprattutto in alcune scene. Voto 7
Il domani tra noi – Una coppia di sconosciuti rimane vittima di un incidente aereo sulle montagne innevate. Il resto potete immaginarlo come pure il finale. Idris Elba e Kate Winslet sono male assortiti e il film non gira come dovrebbe. Voto 6
Una notte in giallo – Commedia leggera anzi leggerissima con Elizabeth Banks. Credevo peggio, una di quelle cose demenziali made in USA. Invece di lascia guardare e a tratti diverte ma niente di memorabile. Non lo rivedrei. Voto 6
Maria regina di Scozia – Saoirse Ronan e Margot Robbie tengono in piedi un film altrimenti poco accurato e affetto da qualche intrusione del politicamente corretto. In generale non è malvagio, soprattutto per i costumi e le scenografie. Voto 7
Ghostbusters: Legacy – Non è mai facile fare un seguito ai film di culto, entrati a far parte dell’immaginario collettivo. Ma qui in qualche modo ci sono riusciti, dando anche il giusto collocamento agli attori originali, perfino allo scomparso Harold Ramis. Un film che fa leva sull’effetto nostalgia ma che funziona bene e diverte. Voto 8
L’uomo sul treno – C’è Liam Neeson e quindi è già chiaro cosa succederà. Questa volta è su un treno di pendolari che vedranno la loro routine sconvolta. Insomma c’è Neeson. Serve altro? Voto 6
Jungle Cruise – Prendete Dwayne Johnson ed Emily Blunt e una vagonata di CGI. Piazzateli nella foresta Amazzonica alla ricerca di un fiore miracoloso. Aggiungete un po’ di idee dai Pirati dei Caraibi, qualche colpo di scena e il film è servito. Ci si diverte, tutto funziona a dovere, basta non farsi troppe domande. Voto 7
Don’t Worry Darling – Ero curioso di vedere questo film per il mistero che la storia sembrava riservare. Ma qualcosa non funziona. Tutto inizia ad andare a rotoli troppo presto e lo spettatore, che vuole il colpo di scena, deve aspettare troppo a lungo per avere ciò che vuole. Sì, c’è un idea interessante ma resa con fin troppi buchi di sceneggiatura e una massiccia dose di moralismo. Florence Pugh prova a colmare il vuoto ma non può fare tutto da sola. Voto 5
Babylon – Quando un film fa discutere, lo devo vedere. Questo è cinema, punto. Un cast stellare, scenografie e musiche impressionanti. Un’opera mastodontica che ci racconta l’ascesa del sonoro nel cinema e il declino dei film muti. Qualche eccesso di troppo ma è quel tipo di eccesso che è pura meraviglia. Forse un capolavoro incompreso? Voto 9
Blonde – L’altro film discusso e discutibile è proprio questo che racconta la vita di Marylin Monroe, che io conoscevo poco. Togliamo per un momento le scene più scandalose, i nudi frequenti e la dubbia aderenza ai fatti reali. Resta un film di grande impatto, sia artistico che emotivo. In un certo senso mi ha sorpreso positivamente. Ana De Armas è forse la Monroe più somigliate all’originale mai vista su uno schermo. Voto 7
Everything Everywhere All at Once – Avevo grandi aspettative per questo film. La mia curiosità era alle stelle. In parte è stato quello che immaginavo, un tripudio di visioni fantastiche e folli. Il problema è che tutto è rigidamente inserito in un contesto famigliare che porta ad un finale già visto e che poco ha a che fare con il resto del film. Non mi spiego come possa aver dominato agli Oscar. Non è male ma non lo rivedrei. Anche perché se lo rivedessi noterei ancora di più le incongruenze e i buchi di sceneggiatura. Voto 7
La mosca – Ho visto o forse rivisto questo classico di Cronenberg, di un epoca nella quale i film duravano ancora 90 minuti. Ispirato ad un fumetto ed ad altri adattamenti, racconta la storia di uno scienziato che accidentalmente fonde il suo DNA con quello di una mosca. Trasformazioni corporali, deformazioni e disgusto sono il sale dei film di questo regista. Un applauso per gli effetti speciali “reali”. Voto 7
Amsterdam – Un perfetto esempio dove sono ancora gli attori protagonisti a tenere in piedi una sceneggiatura traballante e noiosetta. Si vuol far ridere o quanto meno sorridere ma qualcosa non va. Troppo lungo, denso e verboso. Ci si perde anche un po’. Un peccato davvero. Aveva il potenziale per essere un gran bel film. Voto 6
X – Quasi un horror, quasi una parodia di un film horror. Insomma non un granché. Tutto prevedibile, a tratti divertente ma un po’ spinto, ma è tutto qui. Credevo in qualcosa di più originale. Voto 6
Nope – Ogni film di Jordan Peele è un enigma. Qui un po’ meno. Il film regge bene lungo tutta la sua durata, inserendo anche una vicenda parallela collegata solo in parte alla storia originale. Mi è piaciuto ma non è per tutti gusti. Voto 8
Triangle Of Sadness – Una crociera per ricchi si rivela un totale disastro. Non c’è occasione migliore per fare un po’ satira e mettere alla berlina la borghesia moderna. Un film interessante dal finale inaspettato e che fa riflettere. La durata di due ore e mezza non si fa sentire troppo. Voto 8
Titane – Dunque, c’è una donna con una piastra di titanio in testa. Uccide per chissà quale motivo. Ad un certo punto rimane incinta di un’automobile. Sì, avete letto bene. Braccata dalla polizia decide di fingersi un ragazzo. Da qui in poi è un susseguirsi di vicende poco credibili (come nascondere completamente una gravidanza di nove mesi con una fascia). Ah ma ha fatto sesso con un auto! Allora vale tutto. Voto 5
Glass Onion – Quasi meglio del primo film. Credevo di trovarmi di fronte ad un giallo cervellotico e invece no. Ben congegnato e divertente. Un altro cast stellare che rende tutto molto godibile e colorato. Un film leggero che ti fa passare una serata insieme al geniale Beniot Blanc. Voto 7
Omicidio nel West End – Molto meglio il titolo originale See How They Run che richiama il tema del film. Ovvero visto un giallo, li hai visti tutti. Da qui l’idea di un giallo divertente che rompe gli schemi con la coppia Sam Rockell e Saoise Ronan in perfetta sintonia. Nel finale ho creduto che si sarebbe ribaltato tutto ma fortunatamente non è stato così ed è un bene. Sarebbe stato troppo geniale ma difficile da tenere in piedi. Lo rivedrei oggi stesso. Voto 8

Cinque colpi delle dita, ep. 9

Agosto è il mese nel quale faccio un’abbuffata di cinema, guardano film vecchi e nuovi che mi appunto durante l’anno. L’ultimo episodio di questa rubrica però risale a quasi un anno fa perciò comincerò dai film visti dallo scorso settembre per darvi qualche consiglio su cosa vedere (o non vedere).

Tolo Tolo – Anche se non posso dirmi un fan di Checco Zalone, credo di aver visto tutti i suoi film. Questo è il peggiore dei suoi. Demenziale nel senso peggiore del termine. In alcuni momenti ho provato imbarazzo. Pessimo. Voto 4
Dark Water – Film che ricostruisce la storia vera di un avvocato che scava a fondo sulla pericolosità del teflon. Potente e ben congegnato che smaschera l’avidità dell’uomo e il suo potere autodistruttivo. Assolutamente da vedere anche se manca un finale vero e proprio, perché la vicenda si trascina ancora ai giorni nostri. Voto 8
Il primo Natale – La comicità di Ficarra e Picone l’ho sempre trovata intelligente e leggera. Qui si sconfina troppo nella fantasia e nell’assurdo, un territorio che indebolisce il duo comico e il buonismo diffuso non aiuta affatto. Non certo imperdibile. Voto 6
Timecrimes – Vi piacciono i viaggi nel tempo? I loop temporali e i paradossi che generano? Allora questo film spagnolo fa per voi. Niente eroi fighi o donzelle dal salvare ma un uomo comune finito in un bel casino. Forse non proprio impeccabile ma da vedere. Voto 8
L’ufficiale e la spia – Roman Polański porta sul grande schermo il romanzo storico di Robert Harris che narra le vicende dietro al celebre “affare Dreyfus”. Un bel film c’è poco da dire. Tutto perfetto e coinvolgente al punto giusto, peccato per un finale debole. Voto 7
A quiet place Part II – Se la prima parte mi era piaciuta questa seconda parte molto meno. Di fatto è come la prima, non cambia praticamente nulla se non l’ambientazione. Sappiamo già come fare fuori gli alieni cattivi, e quindi? I pochi minuti che fungono da prologo dell’intera vicenda salvano un film piuttosto noioso. Voto 5
Benedetta – Tolta qualche scena che ha sollevato qualche polverone e qualche nudità, questo film, basato su una storia vera, non è affatto male come credevo. Forse un po’ ripiegato su sé stesso ma la presenza di Virgine Efira (anagraficamente fuori contesto) vale un voto in più. Voto 6

Eccoci ai film che ho visto questo mese, alcuni davvero ottimi e l’altri decisamente deludenti.
The Green Knight – Dopo aver letto il poema cavalleresco originale, magistralmente tradotto da Tolkien, questo film da cui è ispirato era un passaggio obbligatorio. In generale il film segue la trama del poema ma né ribalta il senso e lo scopo, rivedendo i ruoli dei personaggi all’interno della storia. A livello visivo è eccezionale e coinvolgente, forte al punto giusto e visionario senza confondere lo spettatore. Mi è piaciuto nonostante le divergenze ma si tratta di un film particolare, non per tutti i palati. Voto 7
The Last Duel – Sentivo odore di filmone da chilometri di distanza e il nome di Ridley Scott dice tutto. Cavalieri, dame, duelli, stupri e vendette sono gli ingredienti di un film impressionante. Non oso immaginare quali mezzi sono serviti per ricostruire queste vicende avvenute nella Francia del XIV secolo. Tre punti di vista diversi raccontano la medesima storia. Forse questo può renderlo ripetitivo e lento ma questo film è puro cinema e non un giocattolone d’intrattenimento. Flop al botteghino ingiustificabile. Voto 9
Dune – Ho letto i primi due romanzi della saga di Frank Herbert e sapevo che, se ben fatto, non sarebbe stato un film di pura azione. Infatti non lo è. Purtroppo si tratta di un prologo di due ore e mezza in cui non succede nulla. Ma proprio nulla. Le immagini spettacolari parlano più degli attori, molti dei quali sono poco più che comparse. Non comprendo molto l’entusiasmo intorno a questo film ma forse meglio aspettare la seconda parte prima di trarre conclusioni affrettate. Voto 7
Red Notice – Mi aspettavo un thriller divertente fatto di inseguimenti, zuffe e colpi di scena, con la fisicità di Dwayne Johnson, la simpatia di Ryan Reynolds e la bellezza di Gal Gadot. Quello che ho visto è un thriller divertente fatto di inseguimenti, zuffe e colpi di scena, con la fisicità di Dwayne Johnson, la simpatia di Ryan Reynolds e la bellezza di Gal Gadot. Direi che è tutto ok. Voto 7
Uncut Gems – Siamo abituati a vedere Adam Sandler in commedie spesso di dubbio gusto. Qui si cala perfettamente in un ruolo drammatico, in un film ansiogeno e senza respiro. Una pietra preziosa metterà a dura prova la vita del protagonista, per colpa di un avido Kevin Garnett (proprio lui). Un film originale pieno di parolacce e violenza che lascia una tristezza infinita quanto la bellezza di quel maledetto opale.
Don’t Look Up – Una commedia satirica piena di grandi nomi. Un meccanismo perfetto che si inceppa solo in poche occasioni. Divertente ma anche profondo nel messaggio che vuole trasmettere. Uno specchio su quello che siamo diventati. Alcune scene surreali alleggeriscono il film che altrimenti sarebbe davvero troppo denso di significati. Voto 8
The Northman – Il visionario Robert Eggers ci racconta una storia di vendetta ai tempi dei vichinghi. Niente di originale ma la forza delle immagini, la violenza brutale e lo spiritismo danno vita ad un film coinvolgente e spettacolare. Qualche colpo di scena rende meno banale la strada verso il finale prevedibile. Non un film per tutti i gusti ma merita una visione. Voto 8
Nightmare Alley – Gulliermo del Toro in genere non mi delude ma in questo remake ho trovato davvero poco da salvare. Ottimi gli attori e le scenografie ma la storia è vecchia, prevedibile fin dall’inizio. Dopo mezzora sarei stato in grado di raccontare il resto del film senza sforzo. Una delusione per me che mi aspettavo un film più complesso e cervellotico. Voto 6
Last Night In Soho – Inizia come una commedia questo film di Edgar Wright per poi diventare un film drammatico e infine un horror sanguinoso e vecchio stile. Le atmosfere anni ’60 sono fenomenali e i colpi di scena ben riusciti. Un buon film che intrattiene fino alla fine senza troppe pretese. Voto 7
Fight Club – Ebbene sì, non avevo mai visto questo film culto del 1999 e in questi 23 anni sono rimasto all’oscuro del principale colpo di scena. Ottimo film, tratto dal romanzo di Chuck Palahniuk, con riflessioni piuttosto interessanti sulla nostra società e le nuove generazioni. Il plot twist ad un certo punto si intuisce ma non toglie nulla a questo film invecchiato bene (CGI a parte). Voto 8

Cinque colpi delle dita, ep. 8

Durante l’estate ho dedicato un po’ di tempo per recuperare qualche film che negli ultimi anni mi sono appuntato ma non sono riuscito vedere. Qualcuno non è nuovo ma per chi come me non l’aveva mai visto, si tratta pur sempre di un nuovo film.

Per cominciare mi sono buttato su Hustlers – Le ragazze di Wall Street come si fa con gli antipasti. Per farla breve, un gruppo di spogliarelliste si accorda per derubare i vari affaristi che a loro volta derubano la povera gente con le loro manovre finanziarie. Un film ispirato ad una storia vera ma a quanto ho letto anche epurato delle vicende più torbide delle protagoniste. Scelta opinabile ma poco importa. Jennifer Lopez cattura l’attenzione ogni volta che entra in scena (non solo per l’interpretazione più che riuscita.. ehm) e un’ottima Constance Wu le fa da spalla. Passano i minuti e la storia non va da nessuna parte. Non si capisce se c’è una morale di fondo oppure no. Non una commedia, non un thriller, non un film drammatico. Insomma è un film che fa un gran baccano ma si spegne subito. Voto 6

Un piccolo favore invece se l’è cavata decisamente meglio. Commedia thriller molto particolare con protagoniste una carismatica e stilosa Blake Lively e una simpatica ma terribile Anna Kendrick. Due donne diametralmente opposte fanno amicizia ma le cose non sono esattamente come sembrano. Il personaggio della Lively a volte è un po’ troppo sopra le righe ma a lei si può perdonare tutto. Il ritmo è serrato finché la trama non si svela, forse anche troppo presto, lasciando spazio ad un finale un po’ surreale ma godibile. Un film piacevole, un bel mix tra commedia e thriller come non è facile trovarne. Voto 7

Non sono un grande appassionato di film horror, anzi proprio per nulla. Però Hereditary – Le radici del male mi ha incuriosito. Se poi ci aggiungete che si tratta del debutto del regista Ari Aster allora l’interesse è balzato alle stelle. Fotografia impressionante. Questo è quello che colpisce di più. Pochi jumpscare e molte sequenze lente ma tese. La prima metà è un dramma familiare piuttosto inquietante. Poi succede qualcosa di inatteso e tutto precipita. Toni Collette è formidabile, da brividi. Le scene più macabre sono esplicite senza sconfinare mai in un spudorato splatter. Un film inquietante davvero ma non disturbante, fatto di piccoli indizi disseminati qua e là che trovano posto solo ripensando a quanto visto. Il finale, seppur ben fatto, è un po’ una soluzione all’americana per intenderci. Si avvicina pericolosamente al grottesco ma nulla toglie a ciò che viene prima. Voto 8

Prima di buttarmi a capofitto in Tenet volevo recuperare il suo antesignano, ovvero Memento, sempre di Christopher Nolan. Un uomo, a causa di un’aggressione, che costerà la vita alla moglie, perde la capacità di sfruttare la memoria a breve termine. Nonostante ciò decide di indagare per proprio conto e trovare l’assassino. Come fare a rendere l’idea di queste amnesie e trasmetterle allo spettatore? Semplice: raccontare la storia dalla fine, dal ricordo più recente a quello più lontano nel tempo. Il film è suddiviso in una ventina di scene che finiscono laddove cominciava quella precedente. Chi guarda in pratica sa come finirà quella scena ma come comincia. Fenomenale l’idea, tutta basata sul montaggio. Nel mezzo ci sono ulteriori scene in bianco e nero che sono un prologo alle vicende a colori. Alla fine vedremo tutto più chiaramente. O forse no? Mille dubbi vi assaliranno e non sarete più sicuri di nulla. Sarebbe un film da 10 ma i tatuaggi perfetti fatti con un ago e l’inchiostro di una penna bic mi hanno lasciato perplesso. Da vedere assolutamente se non l’avete mai fatto. Voto 9

Altro filmone d’altri tempi che mi ero perso è L’esercito delle 12 scimmie. Bruce Willis, viaggi nel tempo, un virus letale (ugh!) tutto in un solo film. Mi aspettavo chissà quale trip temporale e invece si è rivelato un film piuttosto lineare. Anzi fin troppo. Tante, troppe coincidenze, ricordi che non sono ricordi e scene inutili e ripetitive smorzano un po’ la tensione. Perché portare il protagonista nelle trincee della Prima Guerra Mondiale? Solo per l’indizio del proiettile? Perché futuro e passato si sovrappongono così tanto da risultare quasi irreale il primo? Tutto molto bello se non fosse per tanti piccoli difetti. Credevo fosse un filmone cult da vedere e rivedere e invece l’ho trovato un bel thriller (invecchiato bene) e poco altro. Voto 7

Il buon M. Night Shyamalan bussa sempre alla mia porta e io l’apro consapevole che rimarrò deluso un’altra volta. Split non era uno di quei film che bramavo di vedere ma volevo togliermi definitivamente il dente dolente. Un uomo ha 23 personalità diverse che più o meno convivono tra loro. Alcune di queste non sono affatto buone e hanno intenzione di risvegliare la personalità numero 24, la Bestia. Ora, perché dare così tante personalità e mostrane poi solo 5 o 6? Non era meglio fare, che ne so 6 personalità, più una? Si arrivava a 7 che ci stava bene quando entrava in gioco l’aspetto paranormale. E sì perché quando si inizia a parlare di entità superiori e compagnia bella si inizia a sentire anche puzza di bruciato. Quando poi finalmente arriva la Bestia tutto deraglia e va a farsi benedire. Occasione sprecata, così come è sprecata l’interpretazione di James McAvoy ed è solo merito suo se il film raggiunge la sufficienza. Voto 6

Finalmente Tenet. Si è letto di tutto su questo film: è una storia palindroma, è cervellotico, un trip temporale senza precedenti eccetera eccetera. Ora che l’ho visto mi sono fatto la mia idea, ed è questa: non ho capito nulla. Ma attenzione, non è colpa dell’inversione temporale o dell’entropia inversa. No, no. Alla fine tutto questo invertire si traduce in un viaggio nel tempo con tanto di paradosso del nonno. Già visto in numerosi altri film, niente di nuovo. Il problema è la storia. Il Protagonista (si chiama proprio così, neanche lo sforzo di trovargli un nome) fa cose, insieme ad altri che fanno altre cose fin dal primo minuto. Americani, russi, ucraini, spie, contro-spie. Lo spettatore è catapultato in uno scenario complesso nel quale è difficile se non impossibile districarsi. Il cattivone russo in ciabatte che vuole distruggere il mondo poi è davvero troppo. Mentre voi sarete lì a cercare di tenere il filo delle vicende senza riuscirci, il Protagonista continua a fare cose viaggiando per il mondo, un po’ in avanti e un po’ all’indietro ma sempre cose fa. Quasi tre ore, tutte così. Lo scontro finale è l’apoteosi di Tenet in tutti i sensi. Fracassone come tutto il resto del film, esplosioni a caso che vanno al contrario anzichenò, soldati che corrono di qua e di là, un po’ in avanti e un po’ all’indietro. Degna conclusione incomprensibile per un film freddo, senza approfondimenti ma con numerosi spiegoni, decisamente troppi, che denotano la scarsa efficacia della sceneggiatura. Se devi spiegare il film nel film vuol dire che hai sbagliato qualcosa, caro Nolan. Gli effetti speciali, le ambientazioni, la poca CGI presente mi spingono alla sufficienza. Tutto il resto è noia. Delusione. Voto 6

Dovevo in qualche modo correre ai ripari. Perché non vedere un altro film di Ari Aster? Midsommar – Il villaggio dei dannati è il suo secondo lungometraggio. Ancora una volta un horror del tutto particolare. Un gruppo di ragazzi americani, tra cui Dani interpretata da un’ottima Florence Pugh, viene invitata da un amico in Svezia in una comunità locale per celebrare la festa di mezza estate, un rito con origini pagane. Il resto potete immaginarlo. La particolarità di questo film è che è un horror alla luce del sole, infatti è ambientato nei mesi di luce che caratterizzano il Nord Europa. Tutto è sempre illuminato, colorato, ricco di fiori e allegria. Ma c’è sotto qualcosa. Il regista ce lo svela un po’ alla volta, indugiando sulle difficoltà della coppia Dani-Christian. Come per il precedente, Aster si diverte a disseminare indizi comprensibili solo alla fine, così come i numerosi riferenti alla cultura pagana e la numerologia. Il film si apre con una sorta di dipinto che riassume tutte le vicende in chiave allegorica. Non possiamo comprenderlo se non giunti alla fine. Bello davvero, uno di quei film che ti lascia qualcosa dentro. Sarebbe un 9 pieno ma qualche scena grottesca che fa sorridere si poteva evitare. Voto 8

Infine The Hunt. Sinceramente non sapevo cosa aspettarmi da questo film. Mi sono ritrovato un pazzo film d’azione un po’ splatter misto a commedia. Un élite di ricchi signori benpensanti e politically correct organizza una caccia all’uomo. Le prede sono i leoni da tastiera di vario genere soprattutto complottosti. Ma tra questi c’è un cazzuttissima donna, Crystal, interpretata da un’irresistibile Betty Gilpin, che crea qualche problema di troppo. Divertente e per certi versi piuttosto originale soprattutto all’inizio. Novanta minuti che filano via spensierati, che a volte offrono anche qualche spunto di riflessione. Curiosa la partecipazione di Sturgill Simpson. Mi ha divertito. Voto 7

Cinque colpi delle dita, ep. 7

Eccomi. Riprendo da dove avevo finito la scorsa settimana. Altri venti film che visto nell’ultimo anno. Brevissime recensioni, giusto per stuzzicare la curiosità, o avvisarvi che potreste passare inutilmente qualche minuto della vostra vita.

The Founder – Storia di chi fece diventare McDonald’s grande, rubandone però l’idea ad altri. Un film incredibile e presentato sotto la veste di una commedia agrodolce. Ben fatto. Si lascia vedere fino alla fine. Voto 7
I segreti di Wind River – Thrillerone ambientato nel freddo Wyoming. Tutto perfetto, ambientazioni, attori e sceneggiatura. Il finale un po’ deludente, quasi prevedibile. Peccato. Voto 7
Better Watch Out – Un rapimento del tutto particolare. Violento sì ma non troppo. A tratti poco credibile. Forse una commedia amara? Non so. Un po’ mi ha deluso e anche annoiato. Voto 6
Il professore e il pazzo – La storia vera di come ha preso vita l’Oxford English Dictionary alla fine del ‘800. Sean Penn e Mel Gibson tengono banco dettando il ritmo. Un bel film come quelli di una volta e passato un po’ in sordina. Voto 7
Predestination – Viaggi nel tempo. Mi piacciono. Storia contorta. Mi piace. Paradossi temporali. Non chiedo altro. Su carta funziona alla perfezione, al cinema mostra i punti deboli ma c’è poco sa fare. Voto 8
Sono tornato – Si ride? Non molto. Fa riflettere? Non molto. Commuove? Per nulla. L’idea copiata da un libro tedesco è trasformata nella solita caciara all’italiana. Ah c’è Frank Matano. Un voto in meno. Voto 6
Bye Bye Germany – Film tedesco che racconta di un uomo in fuga dalla Germania del dopoguerra. Un po’ commedia, un po’ drammatico. Non male ma poco più che un film per la televisione. Voto 6
Sette minuti dopo mezzanotte – Un bambino si rifugia in un mondo fantastico per sfuggire alle difficoltà della vita. Originale, ben recitato e splendidi effetti speciali. Ma soprattutto commovente, molto commovente. Voto 8
The Lighthouse – Film in bianco e nero. Robert Pattinson e Williem Dafoe (che non sbatte mai le ciglia durante un monologo!) sono alle prese con la follia della solitudine. Perde molto con il doppiaggio. Non per tutti. Voto 7
Capitan Philipps – Storia vera di un attacco pirata ad un nave container. Ricostruzione molto verosimile dal ritmo serrato. Offre alcuni spunti di riflessione e non cade mai nell’azione sfrenata. Voto 8
I soliti sospetti – Cult che fece epoca. Oggi appare scontato ma resta comunque un grande film. Ho intuito il colpo di scena in anticipo ma il regista gioca sporco e ti insinua il dubbio. Troppo facile così. Voto 8
Loving Vincent – Gli ultimi giorni di vita di Van Gogh in un film dipinto a mano. Proprio così. Ogni fotogramma è un dipinto a olio nello stile dell’artista. Molti pittori hanno partecipato alla realizzazione. Un’opera d’arte. Voto 8
Moschettieri del re – Non so perché l’ho visto. Non fa ridere e sembra tutto fuori luogo. Solo l’accento di Favino merita di essere ascoltato. Il resto è inguardabile e il finale inutile. Ma Matilde Gioli sa recitare? Voto 5
L’uomo che uccise Hitler e poi il Bigfoot – Mi aspettavo qualcosa di diverso. Lo stile è simile a quello dei Cohen ma manca qualcosa. Lo guardi fino alla fine per capire dove vuole arrivare. Buono ma non troppo. Voto 7
Alita, l’angelo della battaglia – Mi ostino a vedere film di fantascienza tratti da manga. Chiassoso, lungo e a tratti patetico. Finale aperto per un sequel. Ottime ambientazioni e CGI ma protagonista insopportabile. Voto 6
Stanlio & Ollio – L’ultimo tour del duo comico più famoso. Steve Coogan e John C. Reilly sono magnifici. Un bel film come quelli di una volta. Fa ridere, commuovere e mostra il lato umano di due grandi. Voto 8
Franklyn – Fantasia e realtà si mescolano in un thriller originale nell’ambientazione ma non tanto nelle idee. Forse rimane qualche punto in sospeso ma merita una visione. Ah c’è Eva Green. Un voto in più. Voto 7
Opere senza autore – Filmone di due ore e mezza ispirato alla vita di un artista tedesco in una Germania divisa. Visivamente splendido e senza censure. Storia intrigante da finale un po’ così ma che nulla toglie al resto. Voto 8
Tutti lo sanno – Qualcuno l’ha descritto come una soap opera fatta bene. Sono d’accordo. Ti immagini chissà quale intrigo e quali segreti. Ma poi la bolla si sgonfia in un niente. Ah c’è Penelope Cruz. Un voto in più. Voto 6
La vedova Winchester – Non lasciatevi ingannare dalla storia vera, è solo un pretesto per il solito horror all’americana pieno di jumpscare. Si poteva fare di più. Scenografie ripetitive e storia banale. Voto 6

Cinque colpi delle dita, ep. 6

Nel momento in cui sono iniziate le mie ferie mi sono detto: ho tutto il tempo di preparare un paio di post per quando sarò in vacanza e non avrò il pc con me. Sono già passati diversi giorni ma non ho ancora scritto una riga. Per la verità non saprei nemmeno di cosa scrivere. Per quanto riguarda la musica ho scritto quello che dovevo scrivere, consigliato quanto andava consigliato, a parte qualcosa che è rimasto inevitabilmente fuori. C’è qualche album nuovo ma non l’ho ancora ascoltato per bene e quindi tanto vale aspettare. Potrei consigliarvi qualche lettura ma rispetto all’ultima volta che ho scritto, ho letto un paio di libri e un altro che sto per finire. Quindi non ne vale la pena. Anche perché uno di questi merita giusto un paio di righe. Quindi di cosa potevo scrivere? Cinema, giusto. Ecco di cosa potrei scrivere! A quando risale l’ultimo appuntamento? Aprile dello scorso anno?! Non è possibile! E invece sì. Ne ho visti parecchi nel frattempo. E posso sapere anche quanti e quali. Come? Tenendo traccia e votando i film che vedo su Trakt.tv. Qui il mio profilo: trakt.tv/users/joerjoe. Ve lo consiglio, soprattutto per farsi un’idea di un film che si vuole guardare. Siccome sono tanti cercherò di essere breve ma voglio riportarli tutti. Cominciamo:

Jojo Rabbit – Bello. Molto bravi gli attori, originale il modo in cui viene raccontato il nazismo. Un po’ troppo americano ma poco male. Commedia e drammatico molto ben bilanciati. Voto 8
La isla minima – Thriller spagnolo. Non ricordo molto se non che aveva un buon ritmo e una bella storia in secondo piano legata ai due protagonisti. Voto 7
Il ricatto – Elijah Wood è un pianista che si trova in pericolo mentre suona il piano ad un concerto. Se sbaglia un pezzo complicatissimo sono guai. Piuttosto scontato ma si lascia vedere. Voto 6
The Horseman – Un western vecchio stampo con quella faccia di bronzo di Tommy Lee Jones. Mi piacciono i western lo ammetto e questo è buono. Voto 7
The Joker – Cosa aggiungere a quanto è stato detto di questo film? Niente. Non mi piacciono i film di supereroi ma questo è qualcos’altro. Davvero ben fatto e incredibilmente crudele e imprevedibile. Voto 10
Life, Non oltrepassare il limite – Polpettone fantascientifico e si sa già come comincia e come finisce. Nel mezzo un sacco di azione spaziale. Solo se vi piace il genere e avete 100 minuti liberi. Voto 6
Finché morte non ci separi – Un film a metà tra horror e commedia molto riuscito. La protagonista interpretata da Samara Weaving è irresistibile e calata perfettamente in un contesto grottesco e splatter. Voto 7
Molly’s Game – Filmone con Jessica Chastain che conduce letteralmente i giochi. La storia vera di una donna e il suo giro di poker esclusivo. Forse un po’ tirato per le lunghe ma i film dove si parla tanto non mi dispiacciano. Voto 7
C’era una volta a… Hollywood – Un Tarantino più spento e lento del solito. Ma mi è piaciuto. Il finale lascia spaesati ma anche un senso di sollievo indescrivibile. Nostalgico e bello da vedere. Voto 8
7 sconosciuti a El Royale – Sette sconosciuti si ritrovano chiusi in un motel. Pensi che sia il classico film in cui scopri che sono tutti legati tra loro da qualcosa. No. Rimangono sette sconosciuti e finisce così. Voto 6
Parasite – Non si capisce se deve far ridere o riflettere oppure inorridire. No, non si capisce bene. Però è davvero un film da vedere. Sorprendente, sia per l’idea di base, sia per la sceneggiatura così particolare. Voto 9
Arancia Meccanica – Posso riassumerlo in tre righe? Certo che no. Iconico è dire poco. Inquietante e senza filtri. Difficile da comprendere fino in fondo ma per il tempo deve essere stato davvero rivoluzionario. Voto 8
Grindhouse, A prova di morte – Tarantino voleva solo divertirsi. Chi siamo noi per negargli questo suo diritto? Sceneggiatura inesistente e azione folle e scene splatter a volontà. Voto 7
Inception – Christopher Nolan ci da dentro. E dentro e ancora dentro. E non si capisce se poi se ne esce o no. Capolavoro. Da vedere almeno una volta nella vita. Meno cervellotico di quanto dicono. Il finale poi… Voto 10
Terminal – C’è Margot Robbie. Solo per lei metto un voto in più. Il resto è incomprensibile e inconcludente. Non ho capito nulla. Altro che Inception, a questo manca proprio un’idea di fondo. Voto 6
Odio l’estate – Finalmente Aldo, Giovanni e Giacomo tornano a fare quello che sanno fare meglio. Ridere ed emozionare. Non esageriamo. Non è un capolavoro ma è confortante sapere che nulla è perduto. Voto 8
Ghost in the shell – Film fantascientifico ispirato ad un manga. Lento, scontato e inspiegabilmente interpretato da un mix di attori orientali e occidentali. Ah c’è Scarlett Johansson. Un voto in più. Voto 6
Il colpevole – Thiriller danese che consiste nella constate ed ininterrotta inquadratura di un agente che parla con gli altri quasi esclusivamente al telefono. Riuscirà a risolvere un caso di rapimento senza vedere nulla? Voto 8
John Wick – Volevo vedere un bel film dove si sparava, sparava e molti morivano. Ho visto un film dove si è sparato, sparato e molti sono morti. Non mi è piaciuto. Ah c’è un apparizione fugace di Bridget Regan. Un voto in più. Voto 6
Green Book – Credevo nella solita storia vera carica di buon senso. Mi sono dovuto ricredere. Un film intelligente e affatto scontato, che offre un spaccato di un tempo che fu e che non è ancora del tutto chiuso. Voto 8

Mi fermo qui per oggi. Non voglio annoiarvi proprio a ferragosto. I restanti venti la prossima settimana. Nel frattempo approfitto delle vacanze per vedere ancora qualche film. Se fa troppo caldo per uscire, qualcosa da vedere ve l’ho consigliato. Alla prossima.

Cinque colpi delle dita, ep. 5

Visto che molti di noi hanno più tempo per vedere film, lasciatemi dare qualche consiglio su cosa vedere (e cosa no). Qui sotto troverete delle brevi opinioni riguardo ai film che ho visto negli ultimi mesi, soprattutto in quest’ultimo, per ovvi motivi.
Comincio partendo da Il Cigno Nero del 2010 di Darren Aronofsky con Natalie Portman. In realtà lo avevo già visto in occasione di un passaggio in televisione ma ne ricordavo ben poco. Un film nel quale seguiremo la ballerina Nina Sayers mentre cerca di essere perfetta per la parte del cigno nero per un balletto molto importante. Una tensione abbraccia lo spettatore fin dal primo minuto senza mai abbandonarlo. Non ci sono prologhi o momenti per capire, qui tutto succede e basta. Una ricerca ossessiva della perfezione, visionaria ed intrigante.
Attratto dalle recensioni positive mi sono buttato su A Quiet Place credendo si trattasse di un horror dai risvolti originali. Mi sono reso conto poi, di essere di fronte ad un film fantascientifico ambientato in un mondo desolato e silenzioso. John Krasinski e Emily Blunt fanno un ottimo lavoro per non rendere scontato un film che poteva rivelarsi difficile da tenere in piedi. Non male davvero, sufficiente breve da non stancare e dal finale aperto per il suo seguito in uscita quest’anno.
Molto bello invece Her – Lei di Spike Jonze. Film del 2013 con Joaquin Phoenix e la voce di Scarlett Johansson (nella versione italiana un’azzeccatissima Micaela Ramazzotti). Una love story tra un uomo e l’intelligenza artificiale di un sistema operativo, molto toccante e che fa riflettere. Allora era considerato un film fantascientifico, oggi invece è pericolosamente vicino alla realtà. Da vedere per comprendere fino a che punto la tecnologia può giocare con i sentimenti.
Bello anche Still Life di Uberto Pasolini, uscito nel 2013. Le vicende girano intorno a John May, interpretato da Eddie Marsan, che si occupa di organizzare i funerali alle persone che muoiono sole. Lo sfondo è una cittadina inglese nelle quale le cose stanno cambiando velocemente. Si troverà così ad organizzare l’ultimo funerale prima di essere licenziato. Film semplice e commovente.
Non conoscevo la storia della pattinatrice Tonya Harding prima dell’uscita di Tonya. Film del 2017 di Craig Gillespie, interpretato da una bravissima Margot Robbie, ne racconta le vicende tragicomiche, vere o presunte, che hanno sconvolto nel 1994 il mondo sportivo e non solo, con l’aggressione alla rivale Nancy Kerrigan. Un film divertente e ben congegnato.
Big Eyes è un’altra incredibile storia vera, raccontata nel 2014 da Tim Burton. Amy Adams e Christoph Waltz sono rispettivamente Margaret e Water Keane. Lui sfrutta le abilità artistiche della moglie per costruire un impero, prendendosi però tutto il merito delle opere. Davvero un bel film di rivincita e giustizia.
Altra storia vera ed incredibile, altro film. Questa volta è Spike Lee ha raccontarci di un poliziotto nero che riesce ad infiltrarsi nel KKK con il suo BlacKkKlansman (2018). A tratti divertente, in altri drammatico e un po’ tarantiniano ma molto ben fatto. Una tensione costante tiene incollato lo spettatore verso un finale di protesta che stride un po’ con il resto del film.
Che dire di Knives Out – Cena con delitto? Un giallo come si deve diretto da Rian Johnson e uscito lo scorso anno. Trama ingarbugliata e un cast d’eccezione, dove spiccano Daniel Craig, Chris Evans e Ana de Armas. Divertente e coinvolgente, un giallo classico ma con elementi davvero innovativi. Da non perdere.
Eh sì, non avevo mai visto La Cosa, film cult di John Carpenter del 1982. Un giovane Kurt Russell ci porta in una base scientifica in Antartide che viene infettata da un misterioso organismo alieno, risvegliatosi dai ghiacci. Può assumere le sembianze di qualsiasi essere vivente e imitarlo alla perfezione. Il resto ve lo lascio immaginare. A parte gli effetti speciali, un po’ datati ma comunque sorprendenti, è un film invecchiato molto bene.
Infine sono riuscito finalmente a vedere The Martian – Il Sopravvissuto, diretto da Ridley Scott del 2015 con Matt Damon e Jessica Chastain tra i protagonisti principali. Un film come si deve, teso dall’inizio alla fine senza momenti morti ed un finale da brividi. Sì è vero si sa già come andrà a finire ma in questo caso è il viaggio che conta.

Mi ha deluso un po’ Ready Player One di Steven Spilberg, uscito nel 2018. Tratto da un libro è una specie di kolossal dei videogiochi. In un futuro tutti potranno vivere in un mondo virtuale, mentre quello reale va a pezzi. Qualcuno però vuole rovinarlo e tocca all’insospettabile protagonista impedirlo. Tanti effetti speciali, con scende davvero spettacolari. Una su tutte la gara automobilistica che apre la competizione che è il fulcro del film. Per il resto tante citazioni della cultura pop anni ’80, inspiegabili dato che ambientato del futuro, che non credo di averle colte tutte.
Anche Suburbicon del 2017, diretto da George Clooney, con Matt Damon e Julianne Moore ha deluso le mie aspettative. L’humor nero funziona a tratti e il tema del razzismo è un po’ didascalico. L’alone di mistero attorno al malcapitato bambino protagonista di dissolve troppo presto. Da salvare per le ottime performance di tutto il cast.
Mi ha lasciato indifferente Il Grinta, remake del 2010 dei fratelli Coen di un classico western. Jeff Bridges, Matt Damon e la giovane Heilee Steinfeld sono i protagonisti di caccia all’uomo che manca un po’ di ritmo ma l’interpretazione, i costumi e le ambientazioni sono ottime.
Più godibile ma niente di eccezionale Allied del 2016 di Robert Zemeckis. Brad Pitt e Marion Cotillard sono due spie che incrociano le loro vite durante la seconda guerra mondiale. Un film di spionaggio, intrighi internazionali e d’amore. Forse con una mezzora in meno di scene totalmente inutili all’economia del film avrebbe giovato.
Devo essere sincero ma avevo delle grandi aspettative per Super 8. Il nome di J. J. Abrams è una garanzia ma il film non decolla mai davvero. A volte è un po’ confuso, soprattutto sulla parte fantascientifica della vicenda. Le scene con i ragazzini sono invece più coinvolgenti.
Avevo rimosso dalla mia memoria Mars Attacks! di Tim Burton del 1996 e ho voluto rivederlo. Lasciando stare la computer grafica, che rivista oggi è agghiacciante, il film non ha un senso logico e manca di ritmo. Davvero noioso nonostante un cast stellare.
Anche il cast di Assassinio sull’Orient Express (2017) di e con Kenneth Branagh, è stellare. Il risultato è migliore ma per me Poirot ha il volto e il portamento David Suchet. Troppa azione e poca indagine, non riesce davvero a tenerti sulle spine.

Cinque colpi delle dita, ep. 3

Con l’estate arriva anche un po’ di tempo libero per vedere qualche film che mi sono perso. Prima di farlo però vorrei condividere con voi qualche opinione sui film visti dalla scorsa puntata di questa rubrica. Qualche buon film ma anche qualcuno piuttosto scarso…

Ho ripreso la filmografia di Quentin Tarantino proprio dal suo esordio intitolato Le Iene (Reservoir Dogs, il titolo originale). Questo film è ormai un cult ed anticipa lo stile e le trovate del regista americano. Soliti dialoghi coloriti che staresti ad ascoltare per ore e tanto sangue e violenza. Un film dalla narrazione spezzata come spesso ha scelto di fare Tarantino. Un bel film, come al solito sempre ben fatto e coinvolgente. Un altro film che è rimasto per troppo tempo “da vedere” è stato American Hustle diretto da David O. Russell che vede la partecipazione di un poker di attori del calibro di Bradley Cooper, Christian Bale, Jennifer Lawrence e Amy Adams. La storia inizia con il pretesto un po’ stiracchiato di un poliziotto che vorrebbe acciuffare tutti i malviventi degli Stati Uniti aiutato da due truffatori professionisti. Belle ambientazioni e una splendida Amy Adams a tirare le fila insieme ad un Christian Bale sempre eccezionale nella sua interpretazione. In in film di truffatori ci si aspetterebbe un gran colpo di scena finale, come del resto la storia lascia presagire, ma tutto si riduce ad una trovata che sembra fare più danni del previsto. Insomma un bel film ma non troppo. Poi è stato il turno di The Square di Ruben Östlund, regista svedese, che ha vinto il festival di Cannes. La storia gira intorno ad un curatore di un museo d’arte moderna che, in seguito ad un furto, è protagonista di una serie di eventi curiosi. Il film, con un clima da commedia ma non troppo, affronta le disparità della società moderna usando proprio l’arte contemporanea come veicolo del messaggio. Un film che tiene incollati fino alla fine ma di fatto inconcludente per sua stessa natura. Da vedere se amate i film senza una trama ben definita. Ho rivisto Moon, film fantascientifico del 2009 diretto da Duncan Jones con un’eccezionale Sam Rockwell. Un tecnico che opera su una base lunare è pronto a tornare a casa dopo anni di lavoro ma qualcosa non va per il verso giusto. Un thriller dove Rockwell fa tutto da solo e cerca si svelare la verità del suo lavoro. Ghost Stories è un altro bel film che è una trasposizione dell’originale scritto per il teatro. Diretto a quattro mani da Jeremy Dyson e Andy Nyman, vede quest’ultimo interpretare un professore che vuole smascherare tutti i presunti eventi paranormali. Ma una lettera lo convince a intraprendere la scoperta di tre casi inspiegabili. Sembra un horror un po’ consunto e scontato ma quando il puzzle si ricompone è davvero una sorpresa. Il tutto condito dal tipico humor inglese.

Passiamo alle note dolenti. Looper diretto Rian Johnson con Joseph Gordon-Levitt e Bruce Willis. Ne avevo sentito parlare molto bene e poi aveva a che fare con i viaggi nel tempo, che mi appassionano da sempre, quindi dovevo vederlo. Nel futuro i viaggi nel tempo saranno possibili ma diventeranno presto illegali. Loschi personaggi mafiosi cominceranno ad usarli per far fuori i personaggi scomodi. Nel presente, i looper, non sono altro che assassini che uccidono questi condannati a morte provenienti dal futuro, finché un bel giorno non si trovano ad uccidere sé stessi. Nel caso di Gordon-Levitt qualcosa va storto con la sua controparte del futuro, Willis. Ora, il pretesto per creare i soliti paradossi temporali è un po’ scarno e poco approfondito ma alcune incongruenze nella trama mi hanno indispettito. Cercando su internet ho notato che molti la pensano come me, facendomi notare anche altri particolari buttati lì a caso che servono solo a portare avanti la storia mandando a quel paese quella poca coerenza che c’è nella trama del film. Non mi dilungo oltre. Vedetelo, è comunque un divertente film d’azione, ma poi ragionateci un po’ su e leggete qualche post interessante su internet. Arriverete alla conclusione che è veramente pensato male, davvero male. Non posso dire invece che non mi sia piaciuto Mr. Nobody di Jaco Van Dormael che vede, nel ruolo di protagonista, il “cantattore” Jared Leto. L’idea alla base del film è buona ed interessante ma viene svelata solo nel finale. Il problema è che ci si mette troppo ad arrivarci. Manca a mio parere un vero e proprio crescendo che tenga incollati gli spettatori. Tutte le molteplici vite di Mr. Nobody si sovrappongono e non è facile seguirle ma anche riuscendoci non si ottiene granché. In definitiva un bel film ma dovrete armarvi di un po’ di pazienza per arrivare finalmente comprenderne l’impalcatura. E poi per finire ho visto The Meg. Sapevo ha cosa stavo andando incontro ma non credevo avrei fatto così fatica a finirlo. Una nota positiva gli effetti speciali, il resto da dimenticare.

Cinque colpi delle dita, ep. 2

Dallo scorso agosto, a tanto risale l’ultimo episodio di questa rubrica, ho visto altri film. In particolare quelli che mi ero appuntato di vedere già da tempo. Dopo aver affrontato parte della filmografia di Tarantino, ho scelto di concedermi una pausa da lui e vedere qualcosa d’altro. Ad esempio Miss Sloane: Giochi di potere diretto da John Madden con Jessica Chastain nel ruolo di una infaticabile lobbista che prova a mettersi contro la libera vendita delle armi da fuoco negli USA. Un film molto parlato ed inizialmente piuttosto intricato. Un buon mix tra la vita privata di Miss Sloane e le vicende di questo legal thriller che si conclude con un immancabile e ben riuscito colpo di scena finale. Consigliato a chi ama i thriller con poca azione e una trama complessa. A chi piace il contrario, tanta azione e poche parole, c’è Atomica Bionda (infelice traduzione italiana di Atomic Blonde della quale si perde l’assonanza con atomic bomb) di David Leitch. Una spietata spia interpretata da Charlize Theron si trova coinvolta in una storia di spionaggio e controspionaggio poco prima del termine della Guerra Fredda. Tratto dalla graphic novel The Coldest City, il film è un’appassionante sequenza di scene d’azione dal ritmo serrato e molto realistiche. Un altro bel film di spionaggio è Red Sparrow tratto dal romanzo Nome in codice: Diva di Jason Matthews. Una glaciale Jennifer Lawrence è un ex ballerina che è costretta ad diventare una spia russa dalla spiccata attitudine seduttiva. Forse un po’ troppo lungo ma ben congegnato anche se non a tutti è piaciuto. Personalmente mi è sembrato un buon film con un finale davvero sorprendente. Un altro thriller drammatico da non perdere è sicuramente Animali Notturni diretto dallo stilista e regista Tom Ford. Tratto dal romanzo Tony and Susan di Austin Wright, racconta tre storie in una. Susan (Amy Adams) riceve dall’ex marito Edward il manoscritto del suo romanzo. La vita di Susan e ciò che prova leggendolo è ambientato nel presente, nel mondo reale. Poi c’è la storia del romanzo dove un certo Tony (Jake Gyllenhaal) e la sua famiglia rimangono vittime di una banda di malviventi. Tra questi due flussi narrativi vanno ad infilarsi alcuni flashback che raccontando la storia d’amore tra Susan ed Edward. Le tre storie si fondono insieme tenendo incollato lo spettatore fino ad un finale discusso, che potrebbe risultare inaccettabile per chi non ha compreso il senso del film. Consigliatissimo, da notare la magistrale interpretazione di Michael Shannon. Sempre con Amy Adams, ho visto The Arrival. Diretto da Denis Villeneuve, non è il classico film di fantascienza con gli alieni cattivi ma con una trama interessante anche se un po’ confusa. Altro film molto discusso ma che io ho trovato semplicemente geniale è Madre! di Darren Aronofsky con Jennifer Lawrence e Javier Bardem. Non posso dire nulla riguardo alla trama perché sarebbe troppo, meglio vederlo, rimanere senza parole e poi andarsi a leggere il suo vero significato. Un film crudo e visionario, senza colonna sonora e tutto ambientato in una casa in mezzo al nulla. Altro bel film di un paio di anni fa è Tre Manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh con una Frances McDormand che cerca giustizia per la morte della figlia. Un film drammatico, anzi una commedia o forse nessuna delle due che tiene col fiato sospeso fino alla fine. Da vedere.

Le delusioni sono arrivate con altri film, come il nuovo Tomb Raider che vede Alicia Vikander nei panni dell’inossidabile Lara Croft. La bella attrice svedese ha il faccino pulito e l’aspetto di un adolescente, che non aiutano affatto a renderla credibile nel ruolo della spavalda Lara. La trama la conoscete tutti, è sempre la stessa di tutti i film d’avventura alla Indiana Jones. Anche Lucy di Luc Besson mi ha lasciato un po’ perplesso. Una Scarlett Johansson in formissima prova a tenere in piedi un film inutilmente celebrale e fantascientifico, oltre che colpevolmente affrettato. Vedetelo solo se vi piacere vedere la bella Scarlett sullo schermo. Potete farlo anche con Ave, Cesare! dei fratelli Cohen. Senza dubbio ne hanno fatti di migliori i due, ma Josh Brolin e George Clooney sanno fare il loro mestiere in un’ambientazione anni ’50 davvero suggestiva. Infine la delusione più grossa arriva da Sin City di Frank Miller. Consigliatomi da un amico che lo descriveva con il più bel film mai girato negli ultimi cinquant’anni (non con queste parole ma il livello del film sembrava essere quello), è un film a episodi realizzato per renderlo graficamente il più vicino al fumetto originale. Proprio questo realismo falso e le battute scontate ne hanno fatto una dei film più noiosi e irritanti di questo giro. So che piace a molti ma personalmente l’ho trovato mal riuscito.

Chiudo qui per questa puntata ma ho in lista altri film da vedere in un prossimo futuro nei ritagli di tempo. Non mancherò di riportarli qui. Promesso.

Otto all’otto

Questo blog è giunto al suo ottavo compleanno. Permettetemi di scrivere un post per questi otto anni. Non sarà breve. In un, evidentemente, noioso sabato 8 Gennaio del 2011 ho iniziato a scrivere le prime righe, senza sapere dove sarei andato a finire. Avevo otto anni in meno di oggi e fa un certo effetto a pensarci. Quello che è successo dopo lo trovate tutto qui, per chi avesse la pazienza di leggersi anche i post più vecchi. Perdonatemi se qualcuno di questi non è un granché, e in alcuni casi non mi trovo nemmeno più d’accordo con quanto scrissi allora ma questo è, e rimarrà a testimonianza del fatto che si può cambiare idea e fare esperienza. Non ci crederete ma ho una buona memoria di quanto scritto in questi anni. A volte mi ricordo di un certo post, credendo di averlo scritto in tempi recenti, ad esempio 2-3 anni fa. Invece, si rivela essere un articolo risalente addirittura a 6-7 anni fa. Eppure era così ben impresso nella memoria da considerarlo molto più recente. Se penso a quanto ho scritto in tutti questi anni mi vengono in mente tanti ricordi. Mi capita di rileggere qualche vecchio post e rivedo me stesso che scrivevo, i miei pensieri e le opinioni di allora. Qualche volta ne vado fiero, qualche altra un po’ meno. Rispetto ai primi due anni, nei quali scrivevo per lo più pensieri sparsi, la linea di questo blog è cambiata parecchio. Chissà magari troverò un po’ di spazio per scrivere ancora qualcosa in libertà come sto facendo oggi. Ci proverò ma non aspettatevi nulla.

Otto anni. A pensarci bene otto anni non sono pochi, affatto. Otto anni nei quali non ho mai mollato. Otto anni nei quali ho visto blogger molti volenterosi “morire” nel tentativo di pubblicare un post al giorno, anche piuttosto ben scritti ed articolati devo ammettere, per poi rendersi conto che non è una cosa che puoi fare a lungo se fai altro nella vita, come studiare o lavorare. A meno che il blog non diventi il tuo lavoro. Non è il mio caso e non voglio nemmeno che diventi un impegno, anche se a volte, non lo nego, mi ha portato via del tempo che avrei potuto spendere in altro modo. Sottolineo, che “avrei potuto” e non che “avrei voluto”. Non è una differenza da poco. Il blog rischia di diventare la tua ossessione, mangiarsi il tuo tempo libero, trascinandosi dietro gli effetti collaterali dei social network. Like, followers e numero di visite potrebbero diventare poco a poco sempre più importanti e portarti via sempre più tempo. Se ti va bene così, sono contento per te e ti auguro di avere successo. Altrimenti puoi scegliere una strada più tranquilla e fregartene di tutte queste cose e prendere i like, i followers e il numero di visite come un riconoscimento per aver fatto leggere o ascoltare qualcosa che a qualcun altro, oltre che a te, è piaciuta. Credo di non averlo mai fatto finora ma vorrei ringraziare, nel più banale dei modi, tutti quelli che mi leggono, italiani e non. Ringrazio anche chi mette like e segue solo perché vuole essere seguito e avere un like a sua volta. Questa è una cosa che io non faccio mai ma capisco che funziona e forse sono io ha non averla sfruttata abbastanza.

In otto anni è passata da queste parti tanta musica ma non tutta per la verità. A volte capita che un album non mi abbia entusiasmato troppo o semplicemente non avevo molto da scrivere a riguardo nonostante mi sia piaciuto, anche parecchio in alcuni casi. In un primo momento questa mi sembrava una buona occasione per citarne alcuni di essi, dei quali non ho mai scritto e quasi sicuramente non lo farò in futuro. Ma poi ho pensato: perché farlo dopotutto? Per quale motivo elencarvi nomi di artisti e album dei quali, perfino io faccio fatica a citarvi una canzone? Per lo stesso motivo per il quale non faccio recensioni negative. Questo blog è qui per consigliare e non giudicare. Perciò sarà chi legge a storcere il naso eventualmente. A volte mi scappa qualche recensione tiepida, altre volte meno, ma cerco sempre di trovare il buono in ogni album o perlomeno di comprendere le motivazioni che stanno dietro le scelte di un artista. Quindi niente nomi.

Cosa aspettarsi per il futuro? Il solito, mi verrebbe da dire ma non è esattamente così. Dallo scorso settembre ho deciso di istituire una giornata particolare che si ripeterà quattro volte l’anno, l’ultimo sabato del mese. Mi sono reso conto solo in secondo momento che in pratica questo giorno coincide con il cambio di stagione (sic). Mi sono dato la possibilità di anticiparlo o posticiparlo di una settimana e di considerarlo perso se vado fuori tempo massimo. In tale giorno, acquisto cinque album il più possibile di generi musicali diversi tra loro. Lo faccio perché mi rendo conto a volte di essere un po’ ripetitivo e la mia curiosità ad esplorare un certo genere musicale mi trattiene dal provare qualcosa di diverso. E poi perché gli album che ho in (non so quante) wishlist sparse ovunque, stanno crescendo a vista d’occhio ed è bene che cominci a toglierne qualcuno. In questo giorno, dunque, mi auto-obbligo a scegliere cinque album senza fare troppo il difficile su quello che posso trovarci dentro. Un album deve rientrare nella categoria folk e simili, un altro in quella country o americana e simili. E fin qui tutto facile, ho solo l’imbarazzo della scelta. Poi il terzo possibilmente pop o rock, ed un quarto blues, jazz o simili. Questi ultimi due per me sono più difficili da scegliere e pesco un po’ alla cieca. Il quinto lo tengo come jolly, purché sia diverso dai precedenti quattro. L’importante è che siano tutti e cinque album, niente EP o cose del genere e che siano stati pubblicati in tempi recenti (questo è più forte di me, posso farci poco o nulla). Ho già sperimentato questa novità dei cinque album in due occasioni e devo dire che sta funzionando alla grande. Saranno in tutto 20 album all’anno in più che si vanno ad aggiungere a quelli che entreranno a far parte della mia collezione in tempi di normale amministrazione. Quindi in futuro, in questo blog potreste veder comparire qualche recensione di album che non rientrerà nei soliti generi che vado a coprire. Sono sicuro che sarà divertente per me quanto per voi ascoltare qualcosa di diverso ogni tanto.

E poi c’è sempre la questione dei libri. Non riesco più come un tempo ad incastrare post di musica e di libri come facevo una volta, pur rimanendo un lettore regolare. Se ci deve essere un buon proposito per l’anno nuovo, ecco, sarebbe quello di scrivere più spesso di romanzi. Devo anche ammettere che con la recensione di un libro si va abbastanza sul sicuro qui su WordPress. Sono molti i blog che seguo dove si possono leggere recensioni interessanti che, spesso e volentieri, mi aiutano quando sono alla ricerca si qualcosa di nuovo. Le grande quantità di blog che recensiscono libri però mi invoglia sempre di più a scrivere di altro (musica) per muovere l’interesse del lettore verso qualcosa che non siano libri o film. Ecco appunto, il cinema. Lo scorso anno ho fatto un post su qualche film che avevo visto e che mi sono sentito di consigliare. Forse la formula che ho usato in quell’occasione (poche righe per ogni titolo) potrebbe funzionare anche per i libri. In realtà l’ho già fatto in passato ma era solo per tamponare le mancanze letterarie del blog, l’idea è di farlo più regolarmente. Lo stesso vale per i film che sono altrettanto ben coperti dai blogger di questa piattaforma. Il fatto di scrivere di più di libri e cinema non è una promessa, è un buon proposito appunto. Si sa poi dove vanno a finire i buoni propositi.

Ok, credo di aver scritto abbastanza per questa volta e se qualcuno ha avuto la costanza di leggersi tutto il post, mi congratulo con lui. Non è una cosa scontata di questi tempi ma credetemi scrivo più di quanto parlo. Tipico di chi parla poco come me. Otto anni a scrivere, spero non sempre completamente a vanvera, ne sono la dimostrazione.

Cinque colpi delle dita, ep. 1

Chi segue questo blog sa che non scrivo spesso di cinema. Anzi, a dire la verità, non è praticamente mai successo. Con il cinema ho sempre avuto un rapporto strano. Ho sempre seguito con interesse le nuove uscite ma poi di fatto i film che andavo a vedere erano davvero pochi. Non sono di gusti facili e non mi va di perdere un paio d’ore vedendo un film mediocre. Le occasioni per vedere qualche buon film in televisione non mancano e qualche tempo fa ho fatto il pieno di Alfred Hitchcock. Ma si sa che i film in tv sono continuamente interrotti dalla pubblicità e sembrano durare un’eternità.

Da quest’anno però ho deciso di recuperare qualche titolo che, da anni, mi ero appuntato di vedere. Inizialmente ho provato Netflix ma sono rimasto fin da subito deluso dalla scarsa proposta di film o almeno ne ho trovati pochissimi di quelli che cercavo. Ho approfittato per vedere Non è un paese per vecchi e rivedere Il grande Lebowski entrambi diretti dai fratelli Joel ed Ethan Coen. Ho già messo in lista qualche altro loro film da vedere prossimamente. Poi ho visto Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino che avevo già visto in parte (come spesso mi succede) in televisione. Sono sempre stato attratto dai film di Tarantino ma non sono mai andato al cinema a vederne uno. Le mie aspettative nei suoi confronti sono state pienamente soddisfatte e Bastardi senza gloria mi è piaciuto. Mi ha divertito l’imprevedibilità della trama, i dialoghi e la violenza surreale e gratuita. Finita la prova di Netflix, senza vedere nemmeno una serie (!) ho dirottato la mia attenzione su Google Play e ho visto in ordine: Interstellar diretto da Christopher Nolan. Molto ben fatto, trama interessante e i viaggi nel tempo mi piacciono sempre. Peccato per la svolta paranormale del finale che ha tolto un po’ di verosimiglianza al film; Pulp Fiction non poteva mancare se si parla di Tarantino. Un film che segui per capire come andrà a finire. Poi non va a finire in nessun modo e ti viene voglia di rivederlo; Get Out di Jordan Peele. Breve e inquietante. Un mix di commedia, horror e fantascienza. Davvero originale, non un capolavoro ma non è da lasciarsi scappare assolutamente; uno via l’altro i due Kill Bill, sempre di Tarantino. Citazioni cinematografiche a non finire, scene di combattimento esagerate ai limiti dell’assurdo. Ti tiene incollato allo schermo come pochi altri film. Mi è piaciuto molto e li rivedrei volentieri; lo scorso weekend ho chiuso con Django Unchained. Che dire… mi è piaciuto anche questo. Tarantino sembra non sbagliare mai e poi i western in generale non mi dispiacciono.

Insomma avrete capito che sto cercando di completare la filmografia di Tarantino ma ho altri film interessanti che ho messo in wishlist e di cui magari ne parlerò in futuro. Riguardo ai miei gusti avrete capito che mi piacciono i film dove si nota la mano del regista e la trama poco scontata. Dialoghi serrati, trovate originali e personaggi iconici bastano a convincermi di vedere un film. Per me il cinema deve essere immaginazione e sorpresa, le storie vere o i personaggi paranoici ai quali succedono tutte le sfighe di questo mondo non mi attraggono molto. Qual è l’ultimo film che ho visto al cinema? It, lo scorso anno. Nonostante le differenze evidenti e inspiegabili con il libro l’ho trovato un buon film, un horror per ragazzi.

Uma Thurman in Kill Bill
Uma Thurman in Kill Bill