Prima di scrivere questo post non ero a conoscenza di un fatto. Era da diverso tempo che volevo acquistare e ascoltare l’album di The Weather Station, All Of It Was Mine. Insieme agli album degli Holmes, è sempre stato nella mia wishlist di Bandcamp. Solo di recente ho ascotato per intero questo album della cantautrice canadese Tamara Lindeman senza sapere una cosa. Tamara Lindeman non è solo una cantautrice ma anche un’attrice. Ha recitato in film di successo (ad esempio Shall We Dance?) e io semplicemente non lo sapevo. Per me è sempre stata la ragazza con i capelli biondi sulla copertina dell’album. Oggi cercando qualche informazione in più su di lei per questo post ho scoperto dell’altra occupazione. Bisogna aggiungere che Tamara Lindeman è però conosciuta nel mondo del cinema con il nome di Tamara Hope, la tal cosa all’inizio mi ha creato un po’ di confusione. Devo essere sincero che ho guardato un po’ di sue foto perchè non riuscivo a capire se fosse la stessa persona. Poi mi sono convinto anche grazie all’aiuto di Wikipedia. Ma a parte questo, io mi sono limitato ad ascoltare l’album.
Apre la bellissima Everything I Saw, un classico folk americano che scivola via sulle parole della Lindeman, un canto quasi onomatopeico che rende incredibilmente viva la canzone, “I dug up shattered glass and forgotten plastic trucks and coiled faded twine / and all of it is mine. / My buckling plaster walls, cracks snake and wind, all of it is mine“. Come So Easy è un altro gioiellino folk, delicato e poetico nel quale la cantautrice gioca con la voce. Sembra quasi di vedere un’oziosa giornata di primavera, “Just cause it came so easy like quiet evenings in my kitchen / Just cause it came so easy like little breezes of indecision / Line of ants came crawling through the cracks there in my tiles / Sat there and I watched them as they pillaged in single file“. La successiva Traveller non ci porta lontano ma la voce è più calda e accogliente, quasi magica, “I felt just like a traveler as I went walking up my street/ Every building so familiar but it’s like I never seen em. There’s the same rows of houses, row on row / I felt just like a stranger as I set my key in the door, and lingered“. Trying sembra essere una una ricerca o meglio, un’attesa, dell’ispirazione, di qualcosa in più, qualcosa di speciale, “Then I’d forget – or have I already forgotten – all that I love as all the strings that pull me start to tauten / I am trying – for what – I can’t place. I am trying for some kind of grace“. Un vago blues-folk per Chip On My Sholder che arriva e se ne va dolcemente anche grazie ad un songwriting efficace e genuino, “Oh I spoke to my sisters and the child of a friend but no promises could I keep / Stay always emboldened and don’t reach for that crown but it’s a want that goes down so deep“. Know It To See It trasforma la voce della Lindeman in una della canzoni più oscure dell’album, un viaggio, una fuga per le strade blues USA, “It’s not love, it’s not cause of love. It’s not a blessing or a curse, I don’t know what it is. But I know it to see it, and I know it when I don’t see it. And I don’t see it in you“. In Yarrow And Mint c’è l’estate. Un estate in mezzo alla natura, una bella estate, “What are you looking for? / Something you never even seen / Better to know all those weeds that ever will grow beneath your feet“. Running Around Asking è il bisogno di trovare una risposta a una domanda, della quale già conosciamo quale sarà, “I went running around asking everybody I know / I already asked my mother and the woman who lives next door / I’ve been running around asking for so long. I wanted to ask my grandmother, but I couldn’t get past the weather“. Sulla stessa strada, Nobody, che ci fa sentire un po’ di chitarre senza stravolgere nulla, “But you could find yourself down by a lake / About as wide and still as you can take. With a gladness you just can’t shake / Down by that cold, clear lake“. L’album si chiude con If I’ve Been Fooled che chiude anche un ideale trittico aperto da Running Around Asking, una canzone malinconica e solitaria, “And what if I been fooled? By a story, or a song, or by a memory remembered wrong / It’s gonna take so long to unravel the con, and by then I know that you’ll be gone“.
All Of It Was Mine è un album pieno di immagini famigliari. Un stanza, una cucina e le erbacce che crescono in giardino. Un album che si fa apprezzare subito se siamo disposti ad aprire la nostra mente ai ricordi che suscita. Un album delicato, spesso quasi sussurrato e dall’incedere lento. Un album che ho aspettato di ascoltare per troppo tempo. Ogni giorno è sempre più bello riascoltarlo. Leggetevi i testi per sono davvero belli, dipingono delle scene davvero uniche. Un bell’album, nient’altro da aggiungere.