Giovane fuoco, vecchia fiamma, ep. 3

Questa settimana ho letto un interessante articolo che riguardava la fruizione della musica nel mondo e in Italia. Per correttezza pubblico il link dal quale l’ho letto: La musica in download vicina all’estinzione. Lo streaming a pagamento è quasi metà del fatturato globale.
Tra l’altro ultimamente, ho l’abitudine di appuntarmi, a chissà quale scopo, gli articoli più interessanti che trovo online. A volte devo ammettere che mi tornano utili, altre volte sinceramente non so perché li metto da parte. Ma torniamo al tema di questo articolo. Il titolo è eloquente, lo streaming musicale si sta divorando il download ma ha ancora pietà per CD e vinili. In Italia chi scarica ancora musica (legalmente s’intende) rappresenta solo l’1% del totale. Sapevo che la mia abitudine di comprare musica in digitale era da tempo passata di moda ma non credevo di essere parte di una così ristretta minoranza.

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Io, lettore – Le origini

L’Italia, almeno secondo l’Istat, non è un paese di grandi lettori. Sembrerebbe che meno del 40% della popolazione legga libri. Meno della metà di loro arriva a 3 libri all’anno, un po’ pochini per definire una persona “un lettore” ma accontentiamoci. Chi legge almeno un libro al mese rappresenta poco più del 16% di queste strane creature che provano piacere ed un perverso bisogno di dedicarsi a questa attività. Io faccio parte di questo ristretto gruppo di italiani. Un giorno però ho alzato gli occhi dal libro che stavo leggendo e ho pensato: ma come sono diventato un lettore? Quali sfide ho affrontato, quali mondi ho attraversato, quante vite ho vissuto? Perché lo faccio? Che senso ha abbassare lo sguardo per l’ennesima volta su quel muro di parole e lettere, da solo, pagina dopo pagina, ore dopo ore? Ho deciso così di provare a capire, passo per passo, che lettore sono e come lo sono diventato e di metterlo per iscritto. Ne è venuto fuori un lungo post che ho deciso, per chiarezza, di dividere in più parti e pubblicarle separatamente.

Non ricordo quale sia stato il primo libro che ho letto, è più facile ricordarsi quale sia stato il primo libro “per adulti” affrontato in tenera età. Attualmente nella mia libreria fanno ancora capolino alcuni volumi del Battello a Vapore, ottimi per cominciare ma troppo fanciulleschi perfino per i miei gusti di allora. Ho di gran lunga preferito Roald Dahl ma soprattutto R.L. Stine e i suoi Piccoli Brividi. Ed a questo punto che capii cosa volevo leggere. Non mi interessavano le storie di bambini alle prese con formative avventure con gli amici. No, volevo sfidare le mie paure, esplorare l’ignoto. Non volevo leggere libri per bambini.

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Ancora un altro libro, ep. 16

È giunto il momento di dare spazio alle mie letture, l’ultimo post di questo genere risale alla metà dello scorso dicembre. Qui brevemente cercherò di riassumere le mie impressioni raccolte di volta in volta termino un libro.

Cominciamo da Le strade di Laredo di Larry McMurtry. Ambientato circa vent’anni dopo i fatti narrati nel precedente Lonesome Dove, questo romanzo racconta una caccia all’uomo tra Texas e Messico. I protagonisti sono più o meno gli stessi, solo più vecchi e abituati ad una vita diversa, a parte il capitano Woodrow Call che si mette sulle tracce di un pericoloso assassino. La storia però procede lentamente e bisogna attendere tre quarti di libro prima che succeda qualcosa di significativo. Nel frattempo gli assassini psicopatici diventano due e uno è di troppo e, a conti fatti il suo peso nella trama è praticamente nullo. Inoltre ci sono troppe coincidenze, comportamenti inspiegabili da parte di alcuni personaggi, situazioni poco credibili e numerose ripetizioni. Anche i dialoghi non sono all’altezza del suo predecessore ma in generale è un romanzo ben scritto. Le strade di Laredo è una storia profondamente triste e diversa da quella di Lonesome Dove, nella quale non c’è redenzione per nessuno.

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