Non so per quale motivo mi è tornata in mente questa canzone. Sarà a causa della neve o delle elezioni? Il Paese è ad una svolta oppure no? Non credo cambierà mai niente in meglio se non hai scelta quando devi votare. Perfino chi appare diverso, sotto sotto, ha i suoi appoggi altolocati ben nascosti per non dare nell’occhio e vanificare quella parvenza di lista civica che tanto convince. Un pò come sceglire tra il Partito o Emmanuel Goldstein, il suo nemico. Per chi avrà letto 1984 di Orwell avrà già capito di cosa parlo. Goldstein è il Partito stesso, è una sua creatura nella quale i potenziali dissidenti si identificano così facendo aderiscono a “La Fratellanza”. In questo modo al Partito, al Grande Fratello non scappa nessuno ed elimina i dissidenti senza il minimo sforzo. Siamo arrivati a questo? Spero di no ma Orwell ci ha visto lungo in molte cose. E poi ci si mette anche il papa che con le sue dimissioni ha risvegliato la spinosa questione del rapporto tra potere e spirito. Sia che si parli di politica o di papa si parla sempre di potere e uomini. La storia ci insegna…bla bla…
Ma a parte tutto questo, di cui probabilmente non so nemmeno di cosa sto parlando, in tutta questa apprensione e gelide nevicate annunciate come eventi epocali si è rifatta viva una canzoncina. Non sono un appassionato di country o musica folk in generale ma qualche tempo fa ho avuto modo di ascoltare Turpentine di Brandi Carlile, cantautrice americana. La sua voce inconfondibile un po’ nasale e graffiante rende perfettamente in canzoni tipicamente americane. Ho provato ad ascoltare altre sue canzoni ma sincermente mi hanno lasciato un po’ indifferente. Non fa per me insomma ma Turpentine è l’eccezione. Una canzone sul tempo che passa, sulla fine dell’infanzia e i problemi che si porta dietro. Malinconica e nostalogica questa è Turpentine. Non so che cosa c’entra con quanto scritto sopra ma infondo cosa importa, “These days we go to waste like wine / That’s turned to turpentine”.