Racconto #1

Ho sempre provato a scrivere qualcosa. Questo è un racconto che ho scritto ispirandomi al maestro Poe e al suo erede Lovecraft. Non ho saputo dargli un titolo. Non ha importanza.

Mi trovavo chiuso dentro una stanza. Non potevo vedere, non potevo sentire. Solo un’aria mortale e densa invadeva le mie narici e ricopriva il mio corpo come un sudario. Non potevo immaginare un futuro per me, non c’era speranza. Qualcosa strisciava lungo i muri. Non avrei avuto scampo da quella creatura, un futuro non ci sarebbe stato. Dovevo impedire a quella creatura di avvicinarsi a me. Forse mi era già accanto, forse mia alitava sul collo pronta a mordermi. Mi potrebbe stringere tra le sue immonde mascelle, colme di denti memori di centinaia di corpi dilaniati. Il suo odore lo sentivo nella gola, la sua malvagità la sentivo nella mia testa. Mi parlava, la creatura. Mi intimava di stare fermo e di rispiarmare il fiato. Il mio corpo trovò nuove forze con queste parole che significavano che potevo gridare e divincolarmi per allontanare la bestia. Gridavo ma non potevo sentirmi. La creatura gridava ancora più forte e io cercavo di liberarmi dalla sua presa. La mia gamba era sua prigioniera e non potevo liberarla. Dovevo provarci con tutte le forze. Più tiravo e più la bestia rinsaldava la presa. La creatura continuava a strisciare lungo le pareti, le sentivo vibrare sotto gli artigli, sentivo la polvere che invadeva la stanza. Continuavo a gridare, tentando di liberare la gamba dai tentacoli del mostro. Stringeva senza tregua e io senza tregua tiravo. La polvere saturava l’aria ormai irrespirabile. Non avevo futuro. La bestia era vicina. La stanza sussultò, lo stridore dei suoi artigli giuse fino alle mie ossa. Di nuovo polvere. Nella mia gola piccoli demoni aveva acceso i loro fuochi e avrebbero chiamato a loro l’orrenda creatura, la sua bocca li avrebbe liberati. Ora potevo vedere l’occhio della bestia. Si apriva, bianco, accecante. Il mostro mi parlava più forte, mi diceva di stare immobile, di non gridare. Di nuovo quelle parole mi infusero nuove energie e ne approffittai per liberare la gamba. Gridavo sempre più forte finchè il tentacolo della bestia mollò la presa. La salvezza mi restituiva il futuro, un grido disumano fece divampare i fuochi dei piccoli demoni. L’occhio del mostro esplose in un fragore di artigli. Dalla sua bocca uscirono migliaia di serpenti e tentacoli che si avventarono sulle mie braccia.  Salirono lungo le  spalle e cominciarono a stringere. Potevo sentire il suo fiato. Di nuovo quelle parole, di nuovo quella forza. Mi liberai con un strattone, ritrovai l’uso delle braccie e delle mani. Con tutta la forza che era rimasta nel mio corpo massacrato, tolsi ogni segno di vita alla creatura. Sotto le mie dita sentivo la sua gola scricchiolare. Stringevo forte quanto la bestia aveva stretto la mia gamba. Le forze mi abbandonarono. Ricaddi sulla schiena e accanto a me vidi un uomo. Il volto sfigurato dal dolore e la gola deformata provocarono in me un senso si rimorso così orribile che non riesco a descrivere. Oltre il mio petto potevo vedere la mia gamba ancora sotto una pesante trave di legno. La gamba ed io distavamo un paio di metri e  non eravamo più una cosa sola. Calcinacci e polvere di cemento erano diventati la mia tomba e qulla del mio soccorritore. In quel momento ricordai il boato, il nemico nei cieli e poi il buio. Infine la bestia.

Registrati e registranti

Il nuovo album dei Wintersleep sta per arrivare. Non c’è ancora una data sicura ma dovrebbe uscire in primavera. L’unica cosa certa sembra essere il titolo. Se infatti tempo fa si vociferava che sarebbe stato True Colors, ora sembra che sia Hello Hum. Il termine “hum” significa mugugnare, canticchiare a bocca chiusa e cose del genere ma potrebbe anche trattarsi di altro. In un primo momento avevo pensato ad una abbreviazione di “human”.

Per ora stanno facendo qualche concerto oltre oceano, cantando già le nuove canzoni. Ma su youtube ancora non si trova nulla.

Gli Editors invece stanno registrando il loro quarto album e Tom Smith tiene una sorta di diario sulla sua pagina di Twitter: THMSSMTH. Per ora ha twittato solo immagini che contengono (forse) qualche indizio sulle nuove canzoni.

Stay tuned…

Senza titolo…

Circa un anno fa ho iniziato questo blog senza un motivo in particolare e ancora oggi non ne ha uno. Ho scritto soprattutto di musica e l’anno appena passato infatti mi ha spinto senza un apparente motivo ad ascoltare nuovi artisti. E proprio grazie a questo blog ho compreso quanto sia radicato, nel mondo indie, quel sentimento di snobismo verso tutto ciò che non è indie. La musica non è un ideale politico, è un arte, una forma di intrattenimento. Ti piace l’heavy metal e vai pazzo per la lirica? Nessun problema. Leggendo certe recensioni e i commenti di alcuni utenti sembra che ognuno di noi deve scegliersi un genere musicale, adorarlo, snobbando e denigrando tutto il resto. Stavo per fare la stessa cosa ma me ne sono accorto prima.

Non è facile trovare qualcosa da scrivere sul blog. Per scelta evito di scrivere di esperienze personali e preferisco spingere i lettori ad ascoltare un certo album, leggere un certo libro. Scrivo quelle che sono le mie opinioni personali, lasciando ad altri le disamine tecniche. Questo blog non lo considero un diario ma una valvola di sfogo di quelli che un giorno potrebbero essere i miei ricordi, legati alle mie passioni. Con l’inizio del nuovo anno mi sono ripromesso di scrivere più spesso, magari con post più brevi e con un certo senso.

Se il prossimo anno scriverò ancora su questo blog significa che ho ancora tempo e motivazioni per farlo, se non sarà così è perchè i Maya avevano ragione 😉

A presto…