Alla fine è già finito

Quest’ultimo post dell’anno è una sorta di restrospettiva su ciò che è stato. Il 2011 è stato un anno strano per tutti noi, pieno di eventi. Ma questi riassunti li lascio ai giornali e alle riviste. Io penso solo a quante volte abbiamo sperato che il nuovo anno sarebbe stato migliore del precedente e spesso siamo rimasti delusi. Non parlo di cose personali ma il mio è una considerazione che riguarda ciò che ci circonda. La nostra Italia che vede, dice di vedere ma che in realtà non ha ancora visto niente. L’Europa che nasconde la sua polvere sotto i nostri tappeti e risolve il problema. Se il problema non si risolve è colpa dell’Italia che non ha abbastanza tappeti. Non credo che il 2012 porti buone notizie per noi, per tutti. Però è anchè vero che toccato il fondo non si può che risalire. Ma era proprio necessario toccare il fondo? No, è ovvio ma qualcuno ha deciso così. Si fa un gran parlare del cosiddetto Ordine Mondiale che sta mettendo in atto l’attacco finale per il controllo dell’economia e affini. Non stento a credere che esista una setta del genere e che ci abbia condotto fino a qui. “Non ci resta che piangere” diceva Troisi e pregare, aggiungerei io. Sì, pregare che arrivi davvero la fine del mondo. Io voglio esserci! Capita una sola volta nella vita, anche meno di una. Però io sono fedele al messaggio Maya che vede la data del 21 dicembre 2012 come l’inizio di una nuova era. Certo è che l’attuale situazione si adatta perfettamente ad uno scenario da fine del mondo “come lo conosciamo”, come cantavano i R.E.M. negli anni ottanta. Loro però hanno smesso prima dell’imminente apocalisse. Occidente in caduta libera, Oriente in crescita e in Africa tira vento di cambiamenti. La vecchia Europa potrebbe essere arrivata al capolinea dopo anni di onorata carriera. Tutti gli imperi cadono, e quelli moderni non fanno eccezione. Suona un po’ come la fine di un era? Direi di sì. Che dicono le stelle? Ma c’è qualcuno che crede ancora alle stelle? Nessuno è più capace di capirci qualcosa. Ai tempi dei Maya l’umanità probabilmente era in grado di farlo e mi fido di più degli antichi sacerdoti di un culto sconosciuto che di Branko.

Intanto io mi accingo, con il nuovo anno, a levare la dicitura studente dalla carta d’identita e a dare inizio ad una nuova era personale. Non mi dispiacciono i cambiamenti purchè non siano troppo frequenti. E temo lo saranno. Pazienza, dobbiamo aspettare fino al 21 dicembre e poi si vedrà. Se non dovesse succedere nulla ne rimmarei francamente un po’ deluso ma non ne farei un dramma.

Sotto l’aspetto musicale il prossimo anno si prospetta ricco di uscite e tanta nuova musica. Azzardo una previsione, che non ho letto nelle stelle, per quanto riguarda i nuovi album. Il primo dovrebbe essere quello dei Wintersleep, fine gennaio al massimo febbraio. Poi dovrebbe essere il turno di Amy MacDonald, che ha dichiarato di essere a buon punto, forse prima dell’estate. Poi dopo, in autunno, arriverrano gli Editors. Magari scoprirò qualche nuovo artista o gruppo nel frattempo.

Oggi si festeggia l’arrivo dell’anno nuovo che però tra un anno non si vedrà l’ora di dimenticare. Non ho mai festeggiato capodanno come fanno tanti della mia età e non solo. Sinceramente non me ne frega nulla e poi le feste mi anno sempre annoiato. Soprattutto quelle dove si sta in piedi e c’è il buffet, dove tutti provano a parlare sopra il brusio e la musica. Ecco, lascio volentieri ad altri queste feste e poi magari sono io quello che deve tenere d’occhio l’amico ubriaco. No, grazie. Domani è un nuovo anno, ma tanto nuovo forse non sarà. Speriamo bene.

I migliori auguri. Sono gratis e potrebbero servire.

Proprio così, Agnes

La canzone di chiusura dell’album natalizio di Tom Smith e Andy Burrows, intitolata The Christmas Song, vede la partecipazione di Agnes Obel. Devo ammettere che questo nome mi risultava del tutto sconosciuto. Facendo qualche ricerca ho scoperto che Agnes Obel è una cantautrice danese che ha raggiunto il successo grazie all’album Philharmonics nel 2010. Molto probabilmente Philharmonics è passato insosservato in Italia mentre nel resto dell’Europa ha ottenuto un ottimo successo di critica e di pubblico. Agnes Obel incarna la figura della cantautrice “piano e voce”, mescolando musica classica e folk.

Le melodie delle sue canzoni sono straordinarie e la sua voce si sposa perfettamente con le note che escono dal pianoforte. Le due canzoni più famose dell’album sono Riverside e Just So entrambi piuttosto orecchiabili. Tre tracce sono esclusivamente strumentali ovvero Falling, Catching, Louretta e Wallflower. Le atmosfere dell’album sono delicate, sognanti ma anche un po’ oscure come in Riverside. I testi sono altrettanto misteriosi e allegorici ma pieni di fascino. Questo per ora è il suo primo e unico album ma Agnes ha dichiarato di essere al lavoro su nuove canzoni.

L’atmosfera che circonda l’album è stata sicuramente la caratteristica che mi ha colpito di più delle canzoni della cantautrice danese e da tempo cercavo delle belle canzoni “piano e voce” che non fossero troppo classiche. Agnes Obel è sicuramente riuscita a creare quel mix tra classico e pop-folk che mi piace. L’album Philharmonics è consigliato a chi vuole ascoltare musica di qualità ma con un pizzico di pop, senza esagerare.

Agnes Obel
Agnes Obel