Ho l’abitudine a non lasciarmi influenzare troppo da ciò che gli artisti raccontano riguardo alla loro musica. Le varie interviste che rilasciano in occasione dell’uscita del nuovo album sono numerose (tanto più sono famosi) ma io non le leggo spesso, quasi mai a dire la verità. Da quel che so, Margo Price, è riuscita a dire definitivamente addio all’alcol che le stava causando non pochi problemi ma a quanto pare non sa rinunciare al fumo e a occasionali “viaggi” indotti dai funghi allucinogeni. Molte di queste cose sono anche scritte nel suo libro autobiografico Maybe We’ll Make It uscito lo scorso anno e che racconta gli anni più difficili della sua carriera e della sua vita. Anche se personalmente preferisco mettere da parte tutte queste cose almeno per un momento quando ascolto per la prima volta un album, il nuovo Strays è frutto di tutti questi cambiamenti che spingono la Price a superare le regole del country.

In Been To The Mountain è una carrellata di immagini legate ai ricordi e alle contraddizioni di una vita al limite. Il country rock dalle contaminazioni psichedeliche è la cifra stilistica dell’album e questa traccia di apertura lo mette subito in chiaro. Lo stesso vale per la bella Change Of Heart, una delle canzoni più potenti che io ricordi di Margo Price, soprattutto musicalmente. Non è da meno Light Me Up che è un crescendo country rock che vede la partecipazione di Mike Campbell. Insieme a Sharon Van Etten dà vita a Radio un orecchiabile inno al diritto di poter stare un po’ in santa pace, lontano da tutto e da tutti. Forse la canzone più inedita per questa cantautrice è Time Machine dalle tinte luminose e dal gusto pop. Il resto dell’album si muove tra ballate country come la splendida County Road che si dispiega in un fiume di parole lungo i suoi sei minuti, oppure la poetica e solitaria Landfill che chiude l’album. Alle collaborazioni partecipa anche la band statunitense Lucius nel rock lento di Anytime You Call. Completano l’album la dolorosa Hell In The Heartland e la cupa e scarna Lydia, che scava a fondo, senza mezzi termini o giri di parole. Una delle canzoni più dure della Price, non solo di questo album.
Strays ci restituisce l’immagine di una Margo Price in pieno controllo della sua musica e della sua carriera artistica. Tanto spazio a canzoni liberatorie ma anche a quelle più riflessive, tutte con la volontà di ribadire ancora una volta che le cose cambiano e si può iniziare una vita nuova. Un album che in qualche modo sancisce una rinascita personale e una maggiore convinzione di percorrere la strada intrapresa già con il precedente That’s How Rumors Get Started. Ciò che ho sempre amato della musica di Margo Price è il contrasto tra la sua voce pulita e apparentemente innocente con la sua immagine di cattiva ragazza e la sua storia difficile. Anche se, per sua stessa ammissione e senza dimenticare che nella vita privata è anche moglie e madre, non tutto è come appare e c’è anche un po’ di costruzione del personaggio ma Strays è finora è il suo album che rimarca di più questo contrasto. Un ottimo album senza alti e bassi che viaggia a velocità costante e, senza trovare resistenza, si fa spazio con energia per le strade della vita.
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