Torno a scrivere su questo blog cercando di trovare una nuova forma a questi miei post. Per il prossimo futuro sono pronti una manciata di articoli nei quali racconterò la mia storia di lettore e del rapporto che ho con i social network. Argomento, quest’ultimo, che in queste ultime settimane è sulla bocca di tutti. Insomma vale ancora il vecchio detto ma rivisto e corretto, chi di social ferisce, di social perisce. Ormai i social non sono più un passatempo per ragazzi ma una vera e propria parte della nostra società, direttamente per chi li usa e indirettamente per chi preferisce starne fuori. Molti non si rendono conto che anche una sola frase pubblicata un po’ per scherzo un po’ per goliardia potrebbe essere potenzialmente letta in tutto il mondo e avere delle conseguenze inaspettate. A maggior ragione potrebbe essere letta dal nostro datore di lavoro, dalla nostra compagna o compagno di vita, da un amico o da persone che non conosciamo e condivisa ovunque, uscendo così dal nostro controllo. Ciò che scriviamo e facciamo oggi sui social potrebbe essere motivo di imbarazzo, o peggio, anche dopo anni. Come avrò modo di approfondire, io non sono mai stato un utente social attivo e interessato alle dinamiche di quel mondo. Preferisco scrivere qui in modo anonimo, senza pretese di essere letto e facendo del mio meglio per essere rispettoso di tutti. Forse è proprio questo che non mi rende un utente social modello ma non mi interessa.
Mentre finisco di preparare questi post di prossima pubblicazione torno a concentrarmi sulla musica, argomento principe da sempre di questo blog.
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