Durante l’estate ho dedicato un po’ di tempo per recuperare qualche film che negli ultimi anni mi sono appuntato ma non sono riuscito vedere. Qualcuno non è nuovo ma per chi come me non l’aveva mai visto, si tratta pur sempre di un nuovo film.
Per cominciare mi sono buttato su Hustlers – Le ragazze di Wall Street come si fa con gli antipasti. Per farla breve, un gruppo di spogliarelliste si accorda per derubare i vari affaristi che a loro volta derubano la povera gente con le loro manovre finanziarie. Un film ispirato ad una storia vera ma a quanto ho letto anche epurato delle vicende più torbide delle protagoniste. Scelta opinabile ma poco importa. Jennifer Lopez cattura l’attenzione ogni volta che entra in scena (non solo per l’interpretazione più che riuscita.. ehm) e un’ottima Constance Wu le fa da spalla. Passano i minuti e la storia non va da nessuna parte. Non si capisce se c’è una morale di fondo oppure no. Non una commedia, non un thriller, non un film drammatico. Insomma è un film che fa un gran baccano ma si spegne subito. Voto 6
Un piccolo favore invece se l’è cavata decisamente meglio. Commedia thriller molto particolare con protagoniste una carismatica e stilosa Blake Lively e una simpatica ma terribile Anna Kendrick. Due donne diametralmente opposte fanno amicizia ma le cose non sono esattamente come sembrano. Il personaggio della Lively a volte è un po’ troppo sopra le righe ma a lei si può perdonare tutto. Il ritmo è serrato finché la trama non si svela, forse anche troppo presto, lasciando spazio ad un finale un po’ surreale ma godibile. Un film piacevole, un bel mix tra commedia e thriller come non è facile trovarne. Voto 7
Non sono un grande appassionato di film horror, anzi proprio per nulla. Però Hereditary – Le radici del male mi ha incuriosito. Se poi ci aggiungete che si tratta del debutto del regista Ari Aster allora l’interesse è balzato alle stelle. Fotografia impressionante. Questo è quello che colpisce di più. Pochi jumpscare e molte sequenze lente ma tese. La prima metà è un dramma familiare piuttosto inquietante. Poi succede qualcosa di inatteso e tutto precipita. Toni Collette è formidabile, da brividi. Le scene più macabre sono esplicite senza sconfinare mai in un spudorato splatter. Un film inquietante davvero ma non disturbante, fatto di piccoli indizi disseminati qua e là che trovano posto solo ripensando a quanto visto. Il finale, seppur ben fatto, è un po’ una soluzione all’americana per intenderci. Si avvicina pericolosamente al grottesco ma nulla toglie a ciò che viene prima. Voto 8
Prima di buttarmi a capofitto in Tenet volevo recuperare il suo antesignano, ovvero Memento, sempre di Christopher Nolan. Un uomo, a causa di un’aggressione, che costerà la vita alla moglie, perde la capacità di sfruttare la memoria a breve termine. Nonostante ciò decide di indagare per proprio conto e trovare l’assassino. Come fare a rendere l’idea di queste amnesie e trasmetterle allo spettatore? Semplice: raccontare la storia dalla fine, dal ricordo più recente a quello più lontano nel tempo. Il film è suddiviso in una ventina di scene che finiscono laddove cominciava quella precedente. Chi guarda in pratica sa come finirà quella scena ma come comincia. Fenomenale l’idea, tutta basata sul montaggio. Nel mezzo ci sono ulteriori scene in bianco e nero che sono un prologo alle vicende a colori. Alla fine vedremo tutto più chiaramente. O forse no? Mille dubbi vi assaliranno e non sarete più sicuri di nulla. Sarebbe un film da 10 ma i tatuaggi perfetti fatti con un ago e l’inchiostro di una penna bic mi hanno lasciato perplesso. Da vedere assolutamente se non l’avete mai fatto. Voto 9
Altro filmone d’altri tempi che mi ero perso è L’esercito delle 12 scimmie. Bruce Willis, viaggi nel tempo, un virus letale (ugh!) tutto in un solo film. Mi aspettavo chissà quale trip temporale e invece si è rivelato un film piuttosto lineare. Anzi fin troppo. Tante, troppe coincidenze, ricordi che non sono ricordi e scene inutili e ripetitive smorzano un po’ la tensione. Perché portare il protagonista nelle trincee della Prima Guerra Mondiale? Solo per l’indizio del proiettile? Perché futuro e passato si sovrappongono così tanto da risultare quasi irreale il primo? Tutto molto bello se non fosse per tanti piccoli difetti. Credevo fosse un filmone cult da vedere e rivedere e invece l’ho trovato un bel thriller (invecchiato bene) e poco altro. Voto 7
Il buon M. Night Shyamalan bussa sempre alla mia porta e io l’apro consapevole che rimarrò deluso un’altra volta. Split non era uno di quei film che bramavo di vedere ma volevo togliermi definitivamente il dente dolente. Un uomo ha 23 personalità diverse che più o meno convivono tra loro. Alcune di queste non sono affatto buone e hanno intenzione di risvegliare la personalità numero 24, la Bestia. Ora, perché dare così tante personalità e mostrane poi solo 5 o 6? Non era meglio fare, che ne so 6 personalità, più una? Si arrivava a 7 che ci stava bene quando entrava in gioco l’aspetto paranormale. E sì perché quando si inizia a parlare di entità superiori e compagnia bella si inizia a sentire anche puzza di bruciato. Quando poi finalmente arriva la Bestia tutto deraglia e va a farsi benedire. Occasione sprecata, così come è sprecata l’interpretazione di James McAvoy ed è solo merito suo se il film raggiunge la sufficienza. Voto 6
Finalmente Tenet. Si è letto di tutto su questo film: è una storia palindroma, è cervellotico, un trip temporale senza precedenti eccetera eccetera. Ora che l’ho visto mi sono fatto la mia idea, ed è questa: non ho capito nulla. Ma attenzione, non è colpa dell’inversione temporale o dell’entropia inversa. No, no. Alla fine tutto questo invertire si traduce in un viaggio nel tempo con tanto di paradosso del nonno. Già visto in numerosi altri film, niente di nuovo. Il problema è la storia. Il Protagonista (si chiama proprio così, neanche lo sforzo di trovargli un nome) fa cose, insieme ad altri che fanno altre cose fin dal primo minuto. Americani, russi, ucraini, spie, contro-spie. Lo spettatore è catapultato in uno scenario complesso nel quale è difficile se non impossibile districarsi. Il cattivone russo in ciabatte che vuole distruggere il mondo poi è davvero troppo. Mentre voi sarete lì a cercare di tenere il filo delle vicende senza riuscirci, il Protagonista continua a fare cose viaggiando per il mondo, un po’ in avanti e un po’ all’indietro ma sempre cose fa. Quasi tre ore, tutte così. Lo scontro finale è l’apoteosi di Tenet in tutti i sensi. Fracassone come tutto il resto del film, esplosioni a caso che vanno al contrario anzichenò, soldati che corrono di qua e di là, un po’ in avanti e un po’ all’indietro. Degna conclusione incomprensibile per un film freddo, senza approfondimenti ma con numerosi spiegoni, decisamente troppi, che denotano la scarsa efficacia della sceneggiatura. Se devi spiegare il film nel film vuol dire che hai sbagliato qualcosa, caro Nolan. Gli effetti speciali, le ambientazioni, la poca CGI presente mi spingono alla sufficienza. Tutto il resto è noia. Delusione. Voto 6
Dovevo in qualche modo correre ai ripari. Perché non vedere un altro film di Ari Aster? Midsommar – Il villaggio dei dannati è il suo secondo lungometraggio. Ancora una volta un horror del tutto particolare. Un gruppo di ragazzi americani, tra cui Dani interpretata da un’ottima Florence Pugh, viene invitata da un amico in Svezia in una comunità locale per celebrare la festa di mezza estate, un rito con origini pagane. Il resto potete immaginarlo. La particolarità di questo film è che è un horror alla luce del sole, infatti è ambientato nei mesi di luce che caratterizzano il Nord Europa. Tutto è sempre illuminato, colorato, ricco di fiori e allegria. Ma c’è sotto qualcosa. Il regista ce lo svela un po’ alla volta, indugiando sulle difficoltà della coppia Dani-Christian. Come per il precedente, Aster si diverte a disseminare indizi comprensibili solo alla fine, così come i numerosi riferenti alla cultura pagana e la numerologia. Il film si apre con una sorta di dipinto che riassume tutte le vicende in chiave allegorica. Non possiamo comprenderlo se non giunti alla fine. Bello davvero, uno di quei film che ti lascia qualcosa dentro. Sarebbe un 9 pieno ma qualche scena grottesca che fa sorridere si poteva evitare. Voto 8
Infine The Hunt. Sinceramente non sapevo cosa aspettarmi da questo film. Mi sono ritrovato un pazzo film d’azione un po’ splatter misto a commedia. Un élite di ricchi signori benpensanti e politically correct organizza una caccia all’uomo. Le prede sono i leoni da tastiera di vario genere soprattutto complottosti. Ma tra questi c’è un cazzuttissima donna, Crystal, interpretata da un’irresistibile Betty Gilpin, che crea qualche problema di troppo. Divertente e per certi versi piuttosto originale soprattutto all’inizio. Novanta minuti che filano via spensierati, che a volte offrono anche qualche spunto di riflessione. Curiosa la partecipazione di Sturgill Simpson. Mi ha divertito. Voto 7