I miei radar sono sempre all’erta quando si tratta di cercare nuova musica da ascoltare. Quando però l’artista in questione non è particolarmente noto a livello internazionale, tanto meno in questo paese, capita che perda qualche colpo. Ma ogni tanto scorro i nomi della mia collezione e mi aggiorno su i più silenti. Mi è balzato all’occhio il nome di Kristoffer Bolander, cantautore svedese ex frontman degli Holmes. Scopro così solo pochi giorni fa che lo scorso anno a pubblicato il suo terzo album solista, intitolato semplicemente 3. Mi sono subito precipitato ad ascoltare la voce unica di Bolander senza perdere altro tempo, ero già clamorosamente in ritardo.
L’album si apre con The Child, introdotto dalle fragili note di una chitarra. La voce di Bolander si conferma magnetica e unica e da sempre dà un tratto riconoscibile alla sua musica, “Head off and walk alone, let it reach you boy / Head off and walk alone, through the storm / Head off you’re not alone, find your reasons boy / Get up we’re all alone, you’ve seen it“. Am I Wrong? percorre sonorità più indie rock, sulle quale si rincorrono le parole. Una delle canzoni che preferisco di questo album, nel quale si mescolano passato e presente di questo cantautore, “I’ve been stalling out / Pretending I’ve come to fight it off / And have ascended high / If I had a coin for every time I’ve lied / I’d retire alone, to a private isle“. La successiva Evelyn è un delicato folk pop che rivela tutta la sensibilità di Bolander. Il desiderio di confidarsi, di cercare una spalla per i momenti difficili. Una canzone orecchiabile e ben scritta, “Evelyn, I’m in the city / And I’ll no longer hide from you / Evelyn, it’s somewhat silly / But I would like to confide in you / It’s been years since I saw you / I’ve been spinning / It’s been years since I broke the truce“. Replace Me è una canzone che riprende le sonorità più più oscure degli album precedenti. La voce emerge sulla musica, graffiata dal suono della chitarra, “There’s someone caught up / That’ll obtain my spot / Let someone else be brought up / I’m not the one that you thought / I’ve given all I’ve got / Now let me be absolved“. The Rogue segna un ritorno al folk. Una chitarra acustica in sottofondo lascia spazio al canto di Bolander nella prima metà, per poi essere spazzata via dal suono più profondo della sorella elettrica, “I outgrew remorse / Portrayed what they saw / I’d lie and steal to sustain / Once I’d hasten to help / I was shunned because I strayed / And now what you’ve dealt we shall play / Had you known“. Le sonorità degli Holmes riemergono prepotentemente nella bella Attaboy. La chitarra di Bolander galoppa tracciando la melodia e regalandoci una delle canzoni più belle dell’album, “And the wealth she’ll offer you / Carrying ease and gold / You’ll be walking around asleep, send her on / And the gray suits will come for you / Trying to plead enrollment / You’ll be marching to their beat / Let em leave alone“. Her World è una delicata ballata indie rock poetica e luminosa. Kristoffer Bolander dimostra tutto il suo talento di cantautore, “Winter sleeps / The frost is thawed / She’ll abdicate her throne / The birds in return / Relieve my concerns / I fall asleep alone“. L’album si chiude con The Animal, un brano teso ed oscuro. Il canto si insinua tra le note di una chitarra, dando vita ad immagini vivide e potenti, “I thought it would come together / The soon I’d become / Engraved amongst the letters / And then I’d belong / And I have been brought along / Leeching like an heir / But it’s like I’ve forgotten something / You seem to share“.
Kristoffer Bolander con 3 mette a fuoco la sua carriera solista, trovando maggiore equilibrio tra il suo passato folk e la sua anima rock. Si alternano canzoni delicate e positive ad altre più malinconiche e criptiche. La voce e la chitarra restano le sue uniche due costanti, sempre riconoscibili ed efficaci, capaci di toccare le corde giuste di chi ascolta. 3 è un album prezioso e per certi versi fragile che mette in evidenza la sensibilità di questo autore, un po’ in contrasto con la sua immagine sicura e severa, che appare sempre più come una corazza che come lo specchio della sua anima.