Giovane fuoco, vecchia fiamma, ep. 5

In queste settimane, nonostante i vari ponti, ho ascoltato poca musica in termini puramente legati al numero di ascolti. Perché in realtà aprile è stato un mese ricco di uscite interessanti ed attese da tempo ma che non ho ancora ascoltato un soddisfacente numero di volte. Sì, perché prima di abbandonare un album e riporlo nel dimenticatoio o quasi, concedo sempre una seconda possibilità a tutti. A volte, così facendo, mi accorgo che il mio giudizio era stato affrettato, altre invece confermo le mie prime impressioni. Questo vale soprattutto per i nuovi artisti, perché per i miei preferiti difficilmente un loro album cade presto nel suddetto dimenticatoio. Siccome maggio si presenta anche lui ricco di nuove uscite, è bene ricapitolare qui sotto gli album più meritevoli che ho ascoltato ultimamente. Tra conferme e nuove scoperte, alla fine non è andata male nemmeno stavolta.

Tra le conferme spicca Grace Cummings, cantautrice australiana al suo terzo album. Il titolo è Ramona e ci propone undici brani dal gusto folk ma con un piglio decisamente moderno e alternativo. Questo è probabilmente il suo album più forte, soprattutto sotto l’aspetto della produzione che ha l’unico scopo di valorizzare la straordinaria voce di quest’artista. A vederla sembra una delle tante cantautrici indipendenti che, alla fin fine, si somigliano un po’ tutte ma la sua voce… quella no, è paragonabile a poche altre. Ascoltare per credere.
Chi invece si rimette in gioco, se così si può dire di chi a 26 anni e due album alle spalle, è Jade Bird, ragazza prodigio inglese del panorama indie rock. Ci prova con qualcosa di un po’ diverso da quanto proposto finora e lo fa con un EP intitolato Burn The Hard Drive, che contiene cinque canzoni nelle quali quest’artista prova a sperimentare, a fare qualcosa di diverso. Il risultato è paradossalmente più vicino al suo esordio, almeno in quanto ad energia e freschezza, rispetto al suo secondo disco di tre anni fa. Una nuova strada che mi piace ma che inizialmente, ascoltando la title track, mi aveva un po’ spaventato.
Si dice che le vie del Signore sono infinite ma anche quelle che mi hanno condotto ad Anne Wilson sono quanto meno sconosciute. Seguendo blog e siti di recensioni di musica country finisco per assaggiare un po’ di tutto e molto lo dimentico in fretta. Eppure a volte qualcosa mi rimane in testa, tanto da segnarmi l’uscita del suo secondo album REBEL. Un raccolta ben sedici brani del più americano del country che si possa ascoltare e dalla forte matrice cristiana. Mi piace la sua voce, l’orecchiabilità delle canzoni e l’equilibrio tra ballate e pezzi più rock ed accattivanti.
L’altra nuova scoperta è Niamh Bury, cantautrice irlandese, che va ad aggiungersi ad una lunga lista di artisti folk di indubbio talento. Il suo album di debutto Yellow Roses è una rassegna di brani dall’atmosfera poetica ed intima che richiamano la tradizione ma inseguono una ricercatezza moderna ed elegante che ricorda in alcuni frangenti lo stile di Laura Marling. Un album che accende l’attenzione e va ad inserirsi tra le candidature dei migliori di quest’anno.
Giunge il momento di ascoltare queste canzoni e ne ho scelte due per ciascun album e potete ascoltarle qui sotto.

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