Le fredde notti del Nord

In attesa che il gruppo svedese Holmes dia alle stampe il nuovo album, il più presto possibile, inizio a portarmi avanti ripercorrendo la loro discografia. In realtà si tratta di un passo indietro perchè ho voluto ascoltare l’album che ha preceduto l’ultimo Burning Bridges del 2012. Sono tornato indietro di due anni e ho ascolatato Have I Told You Lately That I Loathe You. Titolo a dir poco curioso che gioca anche sull’assonanza tra “loathe” e “love” ma da significato opposto. L’ultimo album della band non è stato immediato ma dopo ripetuti ascolti è entrato dritto tra i miei preferiti. Ero naturalmente incuriosito da questo Have I Told You Lately That I Loathe You ma anche un po’ spaventato. Ho creduto che avrebbe sortito gli stessi iniziali effetti di Burning Bridges e ne sarei quindi inizialmente stato deluso. Non è andata così ma ci è andato vicino.

Holmes
Holmes

L’apertura con True Lies è un’anticipazione di quello che gli Holmes hanno in serbo per il futuro. Chitarra e un pizzico di fisarmonica fanno da sfondo alla voce inconfondibile del leader Kristoffer Bolander. Lo stesso vale per la successiva Voices And Vices ma c’è più intensità e una buona dose di orecchiabilità. I Still Remember rappresenta invece l’altra faccia di questo album. Una faccia che ha le caratteristiche si troveranno più raramente due anni più tardi. Calde ballate malinconiche per le fredde notti nel Nord. Sì, rende l’idea. Afar è ancora più lenta e distesa ma le atmosfere sono le stesse, perfino più pervase da quel senso di conforto che il gruppo sa trasmettere alla perfezione. Si ritorna a qualcosa di più vicino all’inizio dell’album con la bella Malysz. Per ascoltare quel rock “americano-scandinavo” che li ha resi noti si deve aspettare The Strangest Calm, nella quale la voce di Bolander e le chitarre elettriche si mescolano alla perfezione. Una delle migliori dell’album. Con 46 il gruppo ritorna su ritmi più lenti affidandosi alla fisarmonica (il marchio di fabbrica), rischiando però di ripetersi. Anche la successiva Olis è della medesima pasta e se non è giornata ci si sente quasi in obbligo a saltarla. Per fortuna poi c’è Blod, dalle sonorità a là R.E.M. che ci risveglia come si deve. Ancora più forte l’influenza americana (ancora una volta R.E.M.) nella lenta (!) A Bad Aubade. Questa volta il risultato è migliore e si fa ascoltare volentieri ma il colpo di grazia potrebbe arrivare con l’immancabile canzone di oltre cinque minuti. Piano e voce per l’eterea Breathing. Una bella canzone, per carità, ma forse una di troppo ma poco male visto che chiude l’opera.

Il successivo Burning Bridges risulterà più rock e meno malinconico senza rinunciare alle caratteristiche tipiche del gruppo. Chitarre, fisarmonica ci sono sempre ma mescolate per ottenere un risultato diverso. L’unico difetto è forse l’eccessiva lentezza di alcuni brani che tendono a confondersi l’uno con l’altro. In generale però questo Have I Told You Lately That I Loathe You non affatto male. Bisogna, in alcuni casi, trovare il momento adatto per ascoltarlo. Data la natura di alcune canzoni mi è risultato un po’ indigesto ai primissimi ascolti ma successivamente, anche grazie al fatto che già conoscevo gli Holmes, ho potuto apprezzare meglio le sfumature di questo lavoro. Non sono rimasto deluso, nient’ affatto, ma solo un po’ perplesso dalla volontà del gruppo di viaggiare con il freno a mano tirato. Forse gli Holmes sono sempre stati così e sono cambiati solo con l’ultimo Burning Bridges ma io non posso saperlo. Lo saprò solo ascoltando i due album precedenti e lo farò.

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