Giovane fuoco, vecchia fiamma, ep. 3

Questa settimana ho letto un interessante articolo che riguardava la fruizione della musica nel mondo e in Italia. Per correttezza pubblico il link dal quale l’ho letto: La musica in download vicina all’estinzione. Lo streaming a pagamento è quasi metà del fatturato globale.
Tra l’altro ultimamente, ho l’abitudine di appuntarmi, a chissà quale scopo, gli articoli più interessanti che trovo online. A volte devo ammettere che mi tornano utili, altre volte sinceramente non so perché li metto da parte. Ma torniamo al tema di questo articolo. Il titolo è eloquente, lo streaming musicale si sta divorando il download ma ha ancora pietà per CD e vinili. In Italia chi scarica ancora musica (legalmente s’intende) rappresenta solo l’1% del totale. Sapevo che la mia abitudine di comprare musica in digitale era da tempo passata di moda ma non credevo di essere parte di una così ristretta minoranza.

Ho già avuto modo di esprimere qui, su questo blog, la mia contrarietà verso l’uso massiccio dello streaming musicale e non voglio ripetermi (Chi fermerà la musica). Il mio punto di vista è quello di semplice fan e conta quel che conta ma se volete quello di un artista, lo potete trovare in questo illuminante articolo, non recentissimo ma comunque ancora valido: THE LONG HAUL: The Year-End Summary Spotify Wrapped Doesn’t Include.

La mia difesa nei confronti dell’acquisto di album digitali proseguirà finché ne avrò la possibilità, sia economica (non ho mai detto che conviene) che materiale (ovvero esisteranno ancora siti per fare tali acquisti). Io e il restate 1% degli highlander non ci faremo tentare dall’allettante proposta dello streaming o quantomeno posso garantire per me, per i restanti no… Probabilmente gli altri sono dei millenial come me, nostalgici di un web meno streaming e meno social.

Anche in queste settimane, per noi che scappiamo da qualsiasi servizio in abbonamento, è arrivato il momento di mettere mano al portafoglio per avere in cambio un po’ di musica nuova da ascoltare, a cominciare dal nuovo album di Nadine Shah, intitolato Filthy Underneath. Un lavoro frutto di anni difficili per questa cantautrice britannica dalla voce magnetica. Tra indie rock e new wave, Nadine ci trascina in un oscuro ed enigmatico turbinio di parole e musica. Probabilmente il suo miglior album finora, per intensità e passione.
Di tutt’altro tenore il ritorno di Kacey Musgraves, paladina del country pop a stelle e strisce. Dopo il deludente star-crossed, ci riprova con Deeper Well, cominciando con il mettere da parte paranoie e sonorità pop troppo invadenti. Infatti si risentono le sonorità e la scrittura che appartenevano al fortunato Golden Hour. Temevo una deriva pop per la nostra Musgraves che invece, un po’ a sorpresa, si smarca e ritorna sui suoi passi, anche se ben lontani dal country degli esordi. Davvero un ottimo album che ci riconsegna una cantautrice in splendida forma.
Chi invece non sorprende, in senso positivo, è Andrea von Kampen che, con il suo Sister Moon, si riconferma una cantautrice di talento. Un album delicato e poetico, caratterizzato dalla voce morbida di questa artista.
Concedo una tregua alla mia battaglia e vi lascio una playlist nella quale ascoltare in streaming un paio di canzoni tratte dagli album appena consigliati. Ascoltatele qui ma poi, se vi piace, comprate l’album, che sia digitale o fisico. Oppure andate ad un concerto, sempre che qualcuno di loro si avventuri sul suolo italico.

2 risposte a "Giovane fuoco, vecchia fiamma, ep. 3"

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.